Prima di essere quello che abbiamo visto essere, un mutante in mezzo ad altri mutanti, apprendiamo in questo X-Men le origini – Wolverine per la regia di Gavin Hood, che Logan-Wolverine (Hug Jackman) era, assieme al fratellastro Victor Creed/Sabretooth (Liev Schreiber), una ira di Dio scatenata sui campi di battaglia. La cosa migliore del film, difatti, altro non è che la carrellata iniziale che mostra le gesta guerresche della coppia indistruttibile dalla I Guerra Mondiale in avanti fino al Vietnam, dove i due la fanno grossa finendo di fronte al plotone d’esecuzione che ovviamente finisce con l’eseguire un bel nulla vista la natura dei due...

Inutile la sala, meglio il dividì…

Di solito a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità (Spider Man docet…), ma stavolta la regola pare non funzionare. Piuttosto la molla è la vendetta, quella che porta Wolverine ad affrontare i nemici, mutanti come lui, pur di vendicare la morte della donna amata. Effetti speciali a iosa, ma quello che conta davvero, cioè che ha contribuito a fare grande la saga degli X-Men, cioè la lancinante consapevolezza dell’essere diversi e in quanto tali reietti agli occhi di molti, si intravede solo di sfuggita tra l’esplosione numero trentasette e il balzo numero cinquantadue…