Lasciate che gli incastri si incastrino, che il passato venga a patti con il presente, che il caos lasci il posto all’ordine. Stiamo parlando di una storia che inizia dalle risposte e che solo dopo fornisce le domande. A firmarla è l’ex sodale di Inarritu, Guillermo Arriaga, che da sceneggiatore qual’era (Amores Perros, Babel, Le tre sepolture) si accolla stavolta anche l’onore (e l’onere…) della regia con The Burning Plane, suo debutto dietro la macchina da presa. Da un passato con al centro una relazione clandestina tra una donna e un uomo, ognuno con famiglia e figli, al presente, con Sylvia (Charlize Theron) primadonna di un ristorante alla moda ma anche dedita ad atti di autolesionismo, e poi avanti e indietro nel tempo in attesa che le “nebbie dei significati” si diradino”.

Il buffo è che la cosa più riuscita non è tanto il quadrilatero fuoco (l’esplosione), terra (il deserto), acqua (mare), aria (aeroplano), sul quale la quale storia si regge, ma la regia, non piatta come potrebbe sembrare piuttosto “essenziale” (scene molto brevi…), e la bolla di felicità che avvolge i due amanti (Gina/Kim Basinger e Nick/Joaquim de Almeida), ignari di quello che si sta preparando…