Definito dal regista Dimas Djayadiningrat una sex comedy, genere non esattamente usuale per un paese musulmano come l’Indonesia,  Quickie Express narra la storia di Jojo (Tora Sudiro), ventisettenne assistente in un’officina che un giorno viene avvicinato da un tipo misterioso, Mudakir (Tino Saroengallo), per un’improbabile offerta di lavoro definita come “l’occasione della tua vita”. Dopo l’iniziale perplessità, il ragazzo decide di seguire l’uomo, apparentemente in cerca di compagnia maschile ma in realtà intento a una vera e propria “caccia”. Mudakir è infatti un cosiddetto “hunter”, un cacciatore di potenziali gigolò, e capisce subito che Jojo potrebbe avere le carte in regola per sfondare, alto e bello com’è. Così, varcato l’ingresso della “pizzeria” Quickie Express, di proprietà di Mudakir, Jojo entra in un mondo fino a quel momento per lui impensabile: donne sedute al tavolo consultano menù che propongono come piatti prelibati i maschi migliori della ditta, e un seminterrato enorme diviso per sale si rivela essere nient’altro che un sofisticato training center per gigolò! C’è il Pink Room, dove Jojo si sottopone a un esilarante test attitudinale, il Sex Education Room, dove il trainer insegna ai candidati come trovare il punto G di una donna, il Body Language Room, in cui esercitarsi alla lap dance per sciogliere il corpo e far cadere tutte le donne ai propri piedi, il Table Manners Room, per imparare le buone maniere anche a tavola, anticamera della seduzione, e per finire il Display Room, dove esibire a un campione di donne la propria “mercanzia”. Durante l’allenamento, Jojo fa amicizia con due ragazzi squattrinati come lui, il baffuto Piktor (Lukman Sardi) e il rasta Marley (Amink). Sono tutti e tre dei nuovi acquisti e vengono mandati “in missione” insieme con la divisa del locale. Finito di lavorare, vanno a bere qualcosa per festeggiare e si imbattono in una rissa, salvando tre ragazze dai loro presunti fidanzati. Fra Jojo e una delle tre, Lila (Sandra Dewi), scocca subito una scintilla, ma come riuscire a instaurare una relazione normale con una ragazza facendo il gigolò? Le cose si complicano ulteriormente quando Jojo da un lato si rende conto di essere innamorato di Lila e dall’altro di essere intrappolato nel ruolo di gigolò a vita: Mudakir gli ha infatti affidato una cliente di lusso che, soddisfatta, ha chiesto di avere in esclusiva i servigi di Jojo, che in questo modo sale di livello e non è più costretto a indossare la divisa da ragazzo delle pizze. Elegantissimo e irresistibile, Jojo è però ormai di proprietà esclusiva della ricca Madame Mona (Ira Maya Sophia), che come se non bastasse si innamora perdutamente di lui, e non vuole sentire ragioni quando Jojo cerca di farle capire che ama un’altra. Dulcis in fundo, in occasione del compleanno di Lila, Jojo va a casa sua per conoscere i genitori, e chi altri può essere la madre di lei se non Madame Mona, sposata con il violento e ricchissimo pregiudicato Gunarto (Rudi Wowor)? Le cose sembrano mettersi davvero male per Jojo, ormai deciso ad aspettare una morte certa per mano del sanguinario Gunarto, che infatti non esita a stanarlo a casa per rivelargli che… lo ama, perché gli ricorda il grande amore della sua vita, l’amico Bram! La vita di Jojo rasenta l’assurdo, e l’inseguimento finale fra lui e l’amante di Gunarto, Mateo (Tio Pakusadewo), sembra un demenziale scherzo del destino. Tutti alla fine soffrono a causa sua, e sia il lavoro che i sentimenti non trovano più alcuna ragione di essere: che fare?

Grande successo in patria, Quickie Express si avvale di un cast molto efficace e di scenette spassosissime, che se da un lato strizzano furbamente l’occhio a certo cinema occidentale recente (come nel dance fight fra Jojo e l’ex ragazzo di Lila, in puro stile Ben Stiller), dall’altro cercano di affrontare con leggerezza argomenti tradizionalmente considerati tabù per il pubblico indonesiano, come la  prostituzione e l’omosessualità maschili. Non saremo di fronte a un capolavoro, ma sicuramente queste quasi due ore di battute e gag strapperanno il sorriso a molte persone, non solo in patria e non solo a Udine.