È uscito nei cinema italiani, distribuito da Warner Bros Pictures Italia, il thriller spagnolo Oxford Murders - Teorema di un delitto.

Questa pellicola, la cui sceneggiatura è tratta dal romanzo La serie di Oxford dello scrittore e logico argentino Guillermo Martínez, è stata diretta da Álex de la Iglesia e interpretata da un cast di ottimi attori come: Elijah Wood, John Hurt, Leonor Waitling, Julie Cox, Burn Gorman, Anna Massey, Jim Carter, Charlotte Asprey.

In questo film si narra la storia di Martin, Elijah Wood, un giovane studente di matematica americano giiunto ad Oxford per conoscere e praparare la sua tesi di laurea col professor Seldom, un famoso logico interpretato da John Hurt.

Il ragazzo trova una stanza presso un’anziana ed eccentrica signora, la quale, due giorni dopo il suo arrivo, viene trovata morta nel suo soggiorno.

Questo è solo il primo di una serie di omicidi e di una sequenza di segni che l’assassino lascia dietro di sé, vittima dopo vittima.

Il dottorato di Martin si trasforma, così in un tirocinio sul campo: lui e Seldom riusciranno a indovinare la logica che sta dietro quelle morti e, alla fine del lungometraggio, a porre fine alla macabra sequenza di morti.

Sullo sfondo della vicenda principale poi, non mancano i calssici temi da film d’azione come l’amore, grazie al personaggio di Lorna, una magnifica Leonor Watling, e l’amicizia.

Oxford Murders è un thriller basato su omicidi seriali ed enigmi da risolvere.

Come Sherlock Holmes e il fido Watson infatti, Martin e Seldom guidano lo spettatore attraverso un percorso deduttivo, mescolano analisi logica e psicologica, si fermano tra le braccia di una bella infermiera e sfiorano la deriva nel sottogenere psichiatrico.

Pervade ttutta l’opera poi, un insistente dualismo tra il giovane studente, fiducioso nel disegno che ordina silenziosamente il nostro agire, e il vecchio e cinico professore, per il quale la verità assoluta è irrimediabilmente irraggiungibile.

Il film, di cui, forse, non si sentiva il bisogno, non funziona a dovere soprattutto per quanto riguarda l’elemento di suspance tipico di ogni thriller, lasciando lo spettatore piuttosto freddo nei confronti dello svolgimento della narrazione.

L’unico elemento di pregio sta nell’effetto sorpresa determinato dal fatto che fino all’ultimo fotogramma niente è davvero come sembra.

Complessivamente una pellicola discreta, supportata da buone interpretazioni, ma con scarso mordente e capacità di coinvolgimento.