Sangue vivo viene presentato a inizio marzo in anteprima nazionale a San Leuce (CE). Lo spettacolo è una tappa di avvicinamento prevista dal cartellone I cento passi verso il 15 marzo, XIII Giornata nazionale della memoria e dell'impegno per tutte le vittime delle mafie organizzata dall'associazione Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie.

Solo donne per raccontare un Sud violento, passionale e martoriato dove le protagoniste altro non sono che vittime e carnefici allo stesso tempo.

Nascoste dietro teli bianchi, aldilà dei quali compariranno solo con "pezzi" del proprio corpo, esse dipingeranno con il racconto il quadro della propria vita fatta di violenze sessuali, prostituzione per necessità o per rifiuto di quel corpo che non si gradisce, di amori per un boss o di gravidanze non volute o desiderate che ne turberanno per sempre la psiche.

La follia rappresenterà il filo conduttore che unirà sulla scena ogni cosa e queste donne figlie e madri di una terra fatta di sole, mare, colori, vita e malavita, malafede e mal'anima, male odori e malessere.

Dialetto e gestualità rappresenteranno quel linguaggio in evoluzione continua che si farà cassa di risonanza, voce di un mondo interiore spesso nascosto aldilà di porte di casa, nell’oscurità notturna o da codici di sopraffazione.

Un viaggio attualissimo in quel mondo femminile protagonista quotidiano nella terra dei miracoli, terra di lavoro, terra di nessuno, terra amata e martoriata, propagandata, infangata e insanguinata ma, semplicemente, chiamata Sud.

Il regista Michele Pagano scrive quanto segue nelle sue note di regia:

"Prima di questo spettacolo non avevo mai lavorato solo con donne che, in questo caso, diventano assolute protagoniste del mio teatro che da sempre è drammatico e violento.

La complessa e più vera psicologia femminile, che si traduce con sentimenti ostentati e mai nascosti, rappresenta una forza intrinseca capace di travolgermi. Con Sangue Vivo riesco finalmente a raccontare questo mondo fatto di estremismi violenti e passionali, di corpi sporchi di sangue, di storie che appartengono a quelle donne di un Sud dove il sangue che scorre e ribolle è rappresenta il simbolo della voglia di vivere un riscatto".

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