Bentornato, Chuck!

Dopo prove assai poco convincenti e quasi all'insegna del raccogliticcio, l'autore-culto Chuck Palahniuk torna finalmente a un romanzo degno di questo nome. Un gradito soffio di aria fresca per i suoi appassionati, per un'opera che pur mantenendosi fedele allo stile inconfondibile di questo autore, riesce nel contempo a essere anche qualcosa di nuovo.

Rabbia è una "biografia orale di Buster Casey". Cos'è una biografia orale? Si tratta della trascrizione di commenti, testimonianze e aneddoti lasciati intorno a una persona da parte di tutti coloro che, a vario titolo, l'hanno conosciuta. Una sorta di documentario in cui il montaggio alterna le voci, spesso discordanti, di chi ha incrociato la propria strada con quella di "Rant" Casey.

Ecco la prima novità: Palahniuk abbandona quell'io narrante che costituiva fino a questo momento il tratto distintivo della sua produzione. Certo, ognuna delle voci dei testimoni parla in prima persona, ma stavolta per descrivere qualcun altro. "Rant" Casey è sfuggente e mai pienamente raggiungibile, perché lo possiamo conoscere solo ricompononendo i pezzi di questo mosaico imperfetto, in cui la sua voce diretta - salvo una rara, notevole eccezione - non viene mai ascoltata.

Questo approccio "multipolare", così diverso dalla consueta narrazione dell'io inquieto che di solito popola i romanzi di Palahniuk (tanto da far ritenere a qualche critico che, potenzialmente, l'io-personaggio di tutti i romanzi precedenti sia sempre lo stesso), è perfettamente funzionale alla narrazione. "Rant" Casey è infatti una persona che o si ama o si odia, e che nella sua esistenza ha causato catastrofi talmente epocali da far sconfinare la sua figura nel mito. O forse addirittura in qualcosa di più.

Ripercorriamo così la vita e la carriera di Casey, a partire dall'infanzia scapestrata e dalla delinquenza privata nella sonnolenta cittadina di Middleton fino ad arrivare al suo trasferimento nella grande metropoli, dove Rant si unisce al rito del party crashing, consistente in una rete spontanea di persone che si scontrano con le proprie auto.

Più la biografia orale procede e più il mondo attorno a Rant sembra farsi inconsistente e delirante, quasi come il fondale di cartone di un film a basso costo. Effetto dei tanti punti di vista della biografia orale di cui è composto il romanzo, radicamento del disastro sociale portato dalle malattie di Casey o... c'è dell'altro? L'immancabile twist finale giunge inaspetatto, perfino un po' gratuito, ma si tratta di un peccato veniale. In fondo attendevamo da anni il ritorno di Palahniuk, e questo romanzo segna indubbiamente una nuova tappa positiva nella sua carriera. Bentornato ancora, Chuck!