"Non è affatto un remake - ha detto alla mostra del cinema di Venezia Michael Caine - Se si fosse limitato a questo non avrei neanche aderito al progetto. Si è trattato invece di una rilettura molto stimolante, che ci ha consentito di regalare alla storia una prospettiva e una dimensione del tutto nuova". A parte lo scambio di ruoli, che lo porta a interpretare il suo antagonista di un tempo, Caine parla di diverso approccio alla storia: "Quella di Kenneth Branagh è una versione più sviluppata sul piano psicologico e decisamente meno teatrale della precedente".

La scarna trama ricalca quella dell'omonimo testo di Anthony Shaffer a cui si era già rifatto il precedente film.

L'apporto di Harold Pinter, dice Jude Law, si è rivelato però determinante nell'identificare chiavi di lettura del tutto nuove: "Quando Harold si è messo al lavoro non aveva visto Gli insospettabili. Fin dall'inizio ha approcciato la storia come una vera e propria guerra fra due uomini. Una lotta così totalizzante da diventare fine a se stessa e far perdere loro il contatto coi veri motivi del loro scontro". Della lotta distruttiva e suicida dei protagonisti, in cui Law assume il ruolo che un tempo fu di Caine, Branagh parla come di una 'rivalità sensuale': "Si tratta di un vero e proprio conflitto primordiale, che affonda le radici nei drammi classici. Già nell'originale era ben descritto, ma qui abbiamo voluto spingerci oltre, esasperando la perversione di questo gioco".

Azzardo e differenza di prospettive, torna a ribadire Jude Law, sono tutte nel marchio impresso da Harold Pinter alla sceneggiatura: "Uno dei suoi aspetti più straordinari è proprio l'ambiguità. Un elemento che torna prepotente nel film, grazie all'invisibilità della donna al centro della contesa. Lo stimolo è nel margine interpretativo che lascia a lettori e spettatori: la possibilità di leggere nei suoi contenuti qualsiasi riferimento e simbologia". L'allusione a un "potere senza volto" che soggioga i protagonisti è fra i temi che hanno appassionato l'attore in questo lungo e ambizioso progetto: ben quattro anni, nel corso dei quali ha preso corpo l'idea e ottenuto l'adesione del commediografo e di Michael Caine: "La cosa più stimolante - dice Branagh - è stato il fatto di lavorare a una sceneggiatura così profonda, avendo alle spalle una squadra tanto entusiasta e determinata.

La locandina del film del 1972
La locandina del film del 1972
La dedizione con cui Michael e Jude si sono preparati, per di più in assoluta economia di mezzi, è stata commovente".

Parola chiave del loro approccio al film è però secondo il regista "entusiasmo": "La loro impazienza ci sovrastava sul set. Tenere il passo all'euforia con cui lavoravano era quasi impossibile". Sfida estrema, per l'attore e produttore Jude Law, è stata quella di riprendere per la seconda volta un ruolo di Michael Caine: "Quando mi hanno proposto Alfie, ho detto di sì proprio per questo. Le aspettative erano altissime, ma sul piano personale mi ha lasciato poi qualche amarezza. Questa volta ho invece approcciato la parte con uno spirito diverso: mi sono liberato dall'idea di 'fare Michael Caine' e ho cercato di offrire al personaggio uno sguardo diverso".

Il film uscirà nelle sale americane a ottobre, mentre non è ancora stata comunicata la data di uscita italiana. Già disponibile comunque il trailer al link sottostante.