Nel corso di una rapina, un malvivente prende in ostaggio una donna e il figlio di otto anni e li uccide. L'uomo, Raffaello Beggiato, viene condannato all'ergastolo, mentre il suo complice riesce a fuggire. Il marito della donna assassinata e padre del bambino, Silvano Contin, non si dà pace. Per quindici anni vive con l'ossessione di quella che lui chiama "l'oscura immensità della morte". Cambia vita, lascia il lavoro di successo che aveva prima della tragedia e diventa ciabattino in un supermercato, non frequenta più nessuno e va a vivere in uno squallido appartamento di periferia, dove trascorre il tempo a guardare quiz o le foto dei cadaveri dei suoi cari. Ha in mente solo la vendetta e architetta un piano machiavellico per portarla a termine...

 

Capita così, senza un motivo. Un giorno sei al lavoro, sorridi perché è una splendida giornata, di quelle che non se ne vedono più; poi ti chiamano da un ospedale e ti chiedono di correre lì, perché tua moglie e tuo figlio hanno avuto un incidente. D'improvviso il mondo ti crolla addosso. Quella che pensavi essere la tua giornata perfetta diventa il tuo incubo più spaventoso. All'arrivo in ospedale vedi troppa polizia nei corridoi. Troppa per un semplice incidente. Dici che non sono lì per tua moglie e tuo figlio. Un medico ti intercetta e ti dice di correre da tua moglie, perché sta molto male. Tua moglie è stesa su un letto. È sporca di sangue, e vedi troppi maledetti tubi sul suo corpo. Le lacrime ti inondano gli occhi, perché vedi che è messa male, ma qualcosa ti dice che se la caverà, che non può morire, perché quello non è un film, ma la tua maledettissima vita. Poi tua moglie trova la forza per parlare e ti dice che non ci vede più. C'è solo il buio intorno a lei. Solo buio.

Prima che te ne possa rendere conto, lei è morta. Il dolore ti trafigge il cuore. Chiedi di vedere tuo figlio, ma il medico abbassa gli occhi. Un poliziotto si avvicina e ti dice che tuo figlio è morto. All'inizio non ci credi, pensi che sia tutto un sogno, ma alla fine la realtà ti colpisce come un proiettile in pieno petto. Tua moglie e tuo figlio sono stati uccisi da un criminale che li aveva presi come ostaggi durante una rapina. Il criminale aveva gridato agli sbirri di non avvicinarsi o avrebbe sparato al bambino. Gli sbirri non gli hanno creduto, nessuno sparerebbe su un bambino, ma Raffaello Beggiato non era in sé, e ha fatto fuoco…

Uno dei due criminali riesce a scappare, l'altro viene catturato e la magistratura ci va giù pesante: ergastolo. Fine pena mai.

Tu, Silvano Contin, che in un paio d'ore hai perso moglie e figlio, le uniche ragioni della tua vita, non sei soddisfatto. Vuoi che anche l'altro criminale marcisca in galera. Stai dietro agli sbirri, chiedi impegno e vuoi che trovino l’altro bastardo. Ma il tempo passa e la polizia brancola nel buio, finchè pian piano abbandona l’osso, dicendoti che a volte va così, alcuni criminali riescono a farla franca. Dicono di fartene una ragione, di ricominciare a vivere. Ricominciare a vivere… come se fosse così facile.

Beggiato non cede. Non vuole fare il nome del complice, che da qualche parte tiene pronta per lui la sua parte del ricavato della rapina. Beggiato sogna di avere un'occasione per uscire, e riprendersi i suoi soldi. Ma se fa quel nome, i soldi non li vedrà mai. Così tiene duro.

Tu, Silvano Contin, non ti dai pace. Prigioniero del tuo dolore non riesci più ad andare avanti. Inizi a sentire la voce di tua moglie che ti chiama. Sei avvolto dallìoscura immensità della morte che ti impedisce di accarezzare tua moglie e tuo figlio. Siete lontani come due galassie sperdute nell’universo. In mezzo il buio e il dolore.

Il dolore ti avvelena il sangue. La rabbia t'inonda l'anima. Inizi a sentire sempre più spesso la voce di tua moglie. Fai tutto ciò che puoi per dimenticare, ma dimenticare è impossibile.

Poi, d'improvviso, qualcosa che non ti saresti mai aspettato. Ti arriva una lettera di Beggiato. Dice che s'è pentito di ciò che ha fatto, e che vuole il tuo perdono, affinché gli venga comminata la grazia. Ovviamente all'inizio pensi che può marcire in carcere fino all'ultimo istante della sua vita, ma poi un'idea ti balza alla mente. Un'idea oscura. Un piano di vendetta perfetto. Un piano che sconvolgerà la tua vita, ma forse ti renderà giustizia…

Silvano Contin e Raffaello Beggiato. Vittima e carnefice. Tutt'intorno l'oscura immensità della morte, dipanata dalla scrittura tagliente di Carlotto, qui in forma davvero spettacolare.

Questo è uno di quei noir che fa male. Questo libro ci conduce negli oscuri meandri del dolore che una perdita può causare. È un viaggio disperato. Un viaggio che commuove, che fa arrabbiare, un viaggio che di sicuro non ci lascerà uguali a prima; vedendo la morte e la pena da due prospettive, quella del criminale e quella della vittima, arriveremo a capire che forse la giustizia è solo una parola. Una parola effimera.

Quando una persona ti viene strappata via, cosa mai potrà rendertela? La vendetta può davvero alleviare la sofferenza?

Massimo Carlotto, attraverso le anime tormentate dei suoi personaggi, cerca di rispondere a tutte queste domande. 

Con L'oscura immensità della morte, il finalista agli Edgar Award di quest'anno raggiunge il vertice più alto della sua carriera letteraria. Questo libro è un capolavoro, come lo è Niente più niente al mondo. Tutti e due i romanzi, che stanno fuori dalle serie dell'Alligatore, hanno la straordinaria capacità di impossessarsi della realtà, e farla vivere attraverso le pagine.

Chi cerca in questo romanzo della consolazione alla Agatha Christie, dove tutti i criminali vengono scoperti e arrestati, rimarrà deluso. Qui si parla di realtà, signori. Mettetevi pure gli stivali di gomma, perché si camminerà in una palude fangosa; una palude maledettamente viscida dove si respira dolore e vendetta, e dove è facile scivolare e difficile guardare in faccia la realtà. Molto più facile è gustarsi una storiellina di plastica dove i buoni si prendono un po’ di calci in culo, ma vincono sempre. Se è questo che cercate, non potete trovarlo qui.  

Questa è una storia noir, o meglio, questa è una tragedia noir.  Questa è realtà. Questa è una scrittura cruda, essenziale, affilata al punto giusto da eviscerare il male che ci gira intorno come uno sciame di vespe impazzite, e mostracelo in tutta la sua crudezza. Questo è uno scrittore al suo livello più alto.

Togliamoci il cappello.