Teresa era una ragazza un po' strana. Questo è quello che scoprono il commissario Martusciello e l'ispettore Liguori, quando si trovano a indagare sulla sua morte. Perchè Teresa è stata uccisa da un colpo di pistola a un posto di blocco. L'agente che ha sparato sparisce e viene ritrovato cadavere qualche giorno dopo. Il tutto si compica quando qualcuno tenta di uccidere anche Liguori, dopo aver fatto sparire alcuni disegni.

La chiave di tutto si trova nell'identità misteriosa di Barbablù, il fantasma che tormentava Teresa e ora spaventa sua sorella.

E che ruolo riveste la criminalità organizzata in queste vicende?

Patrizia Rinaldi cerca di rispondere a questi interrogativi nel suo Napoli-Pozzuoli Uscita 14, edito nella Gialloteca di Flaccovio.

L'autrice ambienta in una delle regioni più complicate d'Italia la sua storia e la popola di personaggi molto caratterizzati per atteggiamenti, linguaggio, aspetto.

Purtroppo il romanzo risente proprio di questa costruzione troppo accentuata, che va a discapito della spontaneità e, a tratti, della credibilità. I dialoghi, per esempio, suonano spesso artefatti, forzati e poco naturali.

La trama stessa, d'altra parte, è spesso debole e poco appassionante, si trascina sotto gli occhi del lettore, per giungere alla conclusione con una facilità, ancora una volta, quasi surreale. Alcune buone idee e trovate interessanti fanno capolino a tratti tra le righe, ma non sono sapientemente sfruttate e approfondite, così da non essere validi strumenti per la costruzione del romanzo.

Il risultato è che nel complesso l'opera stenta, fatica e si accartoccia su se stesso, senza compiere davvero il salto per essere un'opera di rilievo.