L’Italia vista dagli occhi di un clandestino. Un ragazzo albanese che lascia il suo paese per imbarcarsi e raggiungere le coste del miraggio Italia. Il lavoro al nero, il rifugio, una vita abusiva che deve rinunciare alla giovinezza, costretta nelle maglie della clandestinità. E il passato che ritorna dall’altra sponda dell’Adriatico. Un noir teso, scritto in una lingua ruvida e dolce, poeticamente meticcia. Le rose si vendicano due volte, opera prima di un giovane autore albanese, Leonard Morava, si concede digressioni intimiste che danno profondità alla storia. Coltelli, violenza, traffico di droga che dall’Albania arriva in Italia e la disperata ricerca della normalità in una Terra promessa desolatamente differente dall’immagine vista “da fuori”.

Tutto autentico. Quasi un’autobiografia di un ragazzo che ha vissuto sulla propria pelle la storia che ci racconta. Che si inserisce a pieno titolo nel filone di quel noir drammatico che come un’inchiesta delinea un ritratto, spietato, dei luoghi in ombra della nostra società. Un libro da leggere per conoscere meglio una realtà confinante con la vita della brava gente di provincia. La realtà dei clandestini nascosti nelle cascine.

Ma tutto questo è raccontato da Morava con estrema lucidità, senza cedere mai a facili giudizi. In una vicenda che nasce in Albania e si conclude a Grosseto, capoluogo della Maremma toscana. E tutto diventa subito l’epopea di un ragazzo, costretto a rinunciare alla sua gioventù, agli incontri con le ragazze, al divertimento, per rimanere aggrappato all’unico futuro possibile. Una condizione che stritola identità e orgoglio, seminando le sue vittime.