A più di un anno di distanza dal primo, è stato pubblicato, a fine Ottobre del 2006 per la casa editrice DTE - Daniele Tomasi Editore, Doppelganger Detective, il secondo volume delle avventure di Debbie Dillinger, bionda investigatrice che agisce nella Clayton City degli anni ‘50.

Presentata a Lucca Comics 2006 con ottimo riscontro di pubblico, l’opera contiene, oltre ad una prefazione dello sceneggiatore di fumetti Diego Cajelli, 94 nuove strisce della detective ben nota ai lettori del sito www.comicus.it scritte da Sergio Calvaruso e Marco Rizzo e disegnate da Daniele Tomasi, un articolo sul rapporto tra fumetto noir e cinema redatto da Carlo Del Grande e un racconto illustrato inedito, che riguarda sempre Debbie, a cura di Alessandro Scalmani.

Tutto questo, come nella precedente apparizione del personaggio, all’insegna di azione, thrilling e humour.

La storia, rispetto a quella del primo volume, ha più momenti comico-surreali ed è ancora più sperimentale e piena di spunti e riferimenti ai generi più disparati: dall’hard boiled alla satira politica, dall’horror fantascientifico anni ‘50 alla love story atipica.

Nonostante ciò però, scorre lo stesso sul filo della tensione e regge bene fino alla fine.

In questo episodio rientra prepotentemente in gioco il boss Zakcs che, dopo essere stato buggerato e derubato, è desideroso di vendetta, potere e redenzione pubblica.

Toccherà a Debbie Dillinger con due nuovi alleati trovati sulla strada combattere contro di lui e l’intera Clayton City.

Il prodotto è ben scritto e ben disegnato.

L’impostazione di una storia continua e coerente nel formato della striscia non è facile e per questo, per invogliare il lettore, Calvaruso e Rizzo non risparmiano alcun trucco: battute a effetto, colpi di scena, l’inserimento di nuovi personaggi e addirittura didascalie riassuntive.

I disegni di Tomasi poi, sono decisamente spigolosi, ma gli sfondi scuri rendono ottimamente l’atmosfera di questo noir contaminato.

L’unico appunto che potremo fare alla storia è la gratuità della possibile confusione sessuale di Debbie.

Ma andando a leggere tra le righe ci accorgiamo anche questo particolare non è stato messo a caso.

In tutto ciò infatti, si inserisce una citazione del film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder.

Alla luce di quanto detto quindi, possiamo affermare che Debbie Dillinger è una lettura non impeccabile, ma fresca e diversa sicuramente consigliata sia agli amanti del genere noir che del buon fumetto.