Bologna, 1709. Sotto i portici dei limonari, Lucia, una servetta, viene sedotta da un giovane prete, mentre impazza il carnevale. Un'avventura che si conclude quella sera. Il 5 dicembre dello stesso anno, il facchino Domenico Prata denuncia al tribunale criminale che una propria vicina, Lucia, appunto, ha partorito un bambino, che poi è morto. Non dice come sia morto, ma dà il via alle indagini, che approdano al processo, che si concluderà nel gennaio 1710.

Questa la vicenda descritta nel saggio Dare l'anima, storia di un infanticidio (Einaudi), di Adriano Prosperi, docente di Storia dell'Età della Riforma e della Controriforma alla Scuola Normale Superiore di Pisa.

Riccardo Cardellicchio, giornalista, scrittore e drammaturgo, ha tratto dal saggio la narrazione teatrale Un figlio, l'anima, la cui messa in scena, prodotta dall'Associazione Fiera del Libro Toscano, è stata affidata a un gruppo di giovani artisti toscani.

L'allestimento, una lettura in stretto connubio con una partitura musicale originale e con una finestra video, propone, attraverso un linguaggio teatrale assolutamente contemporaneo, una riflessione sull'attualità di questa vicenda antica, che ha al proprio centro l'atteggiamento della società e della Chiesa nei confronti della donna, del sesso e della maternità.

Lo spettacolo, allestito da Diletta Landi, sarà rappresentato sabato 2 dicembre, alle ore 21.30, presso il Teatro Scipione Ammirato a Montaione (FI). L'ingresso è gratuito.

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