Per il quarto appuntamento con Segretissimo italiano abbiamo raggiunto Secondo Signoroni, uno scrittore che incarna la continuità di una tradizione narrativa "gialla" capace di evolversi senza rinnegarsi.

Frutto del talento e insieme dell'attenta preparazione di Signoroni è una spy story esclusiva che raramente ammicca a schemi anglosassoni. Dei romanzi d'investigazione ricchi d'attualità, solidi nella struttura e insieme dinamici nello svolgimento. Testi dove l'individuo – non solo il protagonista, ma anche tutta la galleria di comprimari, credibilmente tratteggiati - non si lascia travolgere dal ritmo pur sostenuto della trama.

Storie in cui ironia e amarezza si alternano e confondono; nelle quali ottimismo e pessimismo sono equilibrati dal pragmatismo; dove, nonostante tutto, rimane spazio anche per i "buoni" sentimenti, benché mai per un buonismo di facciata.

Caro Signoroni, benvenuto a ThrillerMagazine. Sei l'unico agente della Segretissimo Foreign Legion non sotto copertura. Tradotto fuor di fiction, sei l'unico autore italiano dell'ultimo periodo di Segretissimo non soggetto a nom de plume. Il fatto è che - i lettori fedeli ben lo sanno - Secondo Signoroni è un veterano della "Ditta" (Mondadori, s'intende...), operativo nella collana da prima che il progetto della Foreign Legion prendesse clandestinamente corpo. Il primo titolo che hai firmato per Segretissimo è Operazione Scarlet, del 1993. Vuoi raccontarci come approdasti su questi lidi?Sono passato alle storie di spionaggio perché ai miei personaggi stava un po’ stretto il misterioso castello del giallo classico e anche la metropoli del poliziesco d’azione. Meglio divertirsi con gli scenari internazionali, mantenendo però intatte le funzioni letterarie della vicenda gialla.

A Operazione Scarlet sono seguiti nell'ordine: L'armata del silenzio, Sotto gli occhi del mondo, Missione confidenziale, Messaggi di fuoco, Il paese delle ombre e Specchio oscuro. Vuoi farci una breve carrellata su questi romanzi,

confessandoci magari quello/i che hai amato di più?

Ognuno dei romanzi da te elencati nasce da una particolare emozione legata al “momento” nel quale ho deciso di narrare “quella” storia. Emozioni diverse per ambientazioni differenti e personaggi caratteristici di quei luoghi. Il prediletto? Nessuno in particolare. Brutti o belli li ho sempre scritti io.

Ci presenti il tuo protagonista, il maresciallo Costa?Vuoi sapere di Costa? E’ un investigatore nato che non riesce a mutare la propria pelle. Come agente segreto sarebbe fuori gioco nel giro di cinque minuti, come “acchiappa-spie” funziona invece molto meglio. Da buon maresciallo dell’Arma è coriaceo, testardo, instancabile e attento ai particolari, nonché indifferente alle blandizie dei vari poteri, compresi quelli occulti. Non è il tipo che salterebbe addosso a qualcuno da una finestra (anche perché non ne ha più l’età), ma quel “qualcuno” se lo troverebbe di fronte proprio sotto quella finestra! E’ riflessivo, metodico, abitudinario, talvolta ironico e amaro, gran conoscitore della gente in generale piuttosto che degli ambienti che è costretto a frequentare, capace di grande comprensione, ma implacabile contro chi impiega il proprio potere per nuocere. Talvolta giunge a comportamenti estremi e non ne prova vergogna. All’azione preferisce la parola, o meglio preferisce ascoltare e poi agire. E quando si muove va a segno. Conosce i propri limiti intellettuali e senza vergogna si serve del parere di chi ne sa più di lui, è rispettato per quel che ha fatto e talvolta temuto, e non ha mai paura di mettere in gioco la propria posizione pur di giungere ad un risultato che già ha intravisto come certo. Ama la buona tavola ma è parco, usa la tecnologia avanzata ma non ne è un fanatico. In fondo è una persona tranquilla che dei guai del mestiere ne farebbe a meno, ma che una volta costretto al gioco è capace di leggere gli indizi e immaginare i moventi conseguenti, fino alla soluzione finale.

Come vuole una tradizione della spy-story, Costa si muove parecchio per il mondo, per quanto il cuore oscuro delle vicende che lo portano a indagare altrove batta solitamente nella nostra penisola. Le ambientazioni sono frutto più di esperienze dirette, sul campo, più di attenta documentazione supportata da una dose ragionevole di fantasia, o piuttosto di un giusto equilibrio tra questi e altri elementi?Personalmente conosco abbastanza bene quasi tutti i Paesi del Bacino

del Mediterraneo, compresi quelli islamici come Marocco e Tunisia. Ho bazzicato anche le capitali europee. Per il resto, vale la tecnica Salgari: pazienza, cura del particolare, materiale documentaristico e libri di viaggio, lavoro accurato (anche con la lente!) su fotografie e filmati. E ogni tanto ci scappa anche un po’ di realistica fantasia.

Il personaggio seriale: come affrontarlo? E ancora: opportunità e pericoli di questa scelta.Ho sempre sostenuto la non esistenza di personaggi seriali. Ogni storia è un capitolo a sé, col mio investigatore alle prese con situazioni diverse, quindi anche con reazioni differenti.

Se ti venisse proposto di scrivere qualcosa di tuo interesse, magari con un buon contratto (be', per essere faustiano provo con l'approccio venale...), ma rigorosamente sotto pseudonimo, accetteresti?Caro Novel, non mi sono mai vergognato del mio nome né di quello che ho scritto! Negli anni ’80, quando con Loriano Macchiavelli, Attilio Veraldi, Rossi-Casacci e Ciambricco, nonché Felisatti e Pittorru cercavamo di convincere alcuni editori a pubblicare “giallisti italiani” ci veniva spesso riferito che la nostra bella lingua non è adatta al genere (sic!). Poiché non me ne stavo quieto, una celebre “signora del giallo” mi consigliò di scrivere sotto pseudonimo assicurandomi che avrei ottenuto un buon successo. Mandai all’inferno lei e la sua celebrità. Non pubblicai una riga per otto anni! In ogni modo, seduto in riva al fiume, attesi che mi passasse dinanzi il suo cadavere e tornai alla carica! L’ottimo G. F. Orsi, col quale avevo collaborato fin dai tempi di Alberto Tedeschi e di Oreste del Buono, diede alle stampe Scarlet, la Dott.ssa Carena il primo “Costa”… e via di seguito.

Secondo Signoroni ha un curriculum di tutto rispetto. Un'esperienza di giallista, vincitore di premi, poi approdata alla spy story, Un passaggio naturale?Come ti ho spiegato alla prima risposta è stato un passaggio naturalissimo, quasi un’esigenza.

Cosa è cambiato di sostanziale per un narratore italiano di gialli e/o spionaggio tra gli anni 70, 80, 90 e il nuovo millennio?In un giallo autentico le funzioni narrative rimangono le medesime, quindi ciò che è cambiato è il modo d’intendere il genere. Oggi esso è impiegato come “contenitore” per narrare ogni tipo di realtà.

Qualcosina sul tuo metodo di lavoro, qualche consiglio per gli aspiranti autori? Sempre che non sia top-secret!Parto da qualunque fatto che sia in grado di regalarmi un’emozione. Determinato il fatto lo circoscrivo in un ambiente e riempio questo di personaggi. Gioco fatto! Una serie di fatti concatenati costituiscono l’asse del racconto e il resto viene da solo, accompagnato da un accurato studio dei particolari.

Esperienze narrative differenti dal giallo e affini. Ne hai affrontate? Vorresti affrontarle? Non senti per niente il bisogno di farlo! Quale opzione scegli?

Ritengo il thriller internazionale un formidabile espediente narrativo per raccontare di tutto.

Cos'è, per te, un buon thriller? Fai pure qualche esempio per i lettori di Thriller Magazine.Ciò che esce dalla penna di Ken Follett: tensione narrativa, buona documentazione, credibilità di personaggi e situazioni.

Ritorniamo alla spy story. Come vedi la situazione dello spionaggio (canonico, contaminato o contaminante) di produzione italiana? Uno sguardo al presente, una previsione per il futuro.Provo piacere nel constatare d’avere tanti colleghi, anche se “in sonno” o sotto copertura. Più si è, meglio si sfonda, come nel giallo. Negli anni ’70 eravamo un pugno e facevamo fatica a pubblicare con i nostri nomi; oggi nessun editore si scandalizza a stampare un poliziesco con un autore italiano… anzi...

Speranza di esportare in modo significativo la nostra spy-story, quantomeno in Europa?Con l’entusiasmo e le forze espresse dalla nostra editoria sul mercato internazionale: speranze nulle e ancora per molto tempo!

Cosa stai leggendo e, soprattutto, cosa stai scrivendo?Sto finendo di leggere Misteri d’Italia del nostro amico Lucarelli. Una nuova avventura di Costa (dal titolo provvisorio La Lega degli Innocenti) uscirà per Segretissimo spero già nel 2005, mentre sto già architettando la successiva. Sarà una trama con riferimenti molto attuali e per la quale ho raccolto materiali interessanti.

Ti saluto e ti ringrazio. Lascio a te l'onere e l'opportunità di chiudere l'intervista. Questa missione è sostanzialmente conclusa. Hai l'ultima cartuccia prima di ripiegare. Usala, se lo ritieni opportuno.Mi ritengo l’ultima persona al mondo in grado di elargire chiacchiere e consigli, perché sono convinto che ciascuno sia in grado di sbagliare da solo.