Chimaira, romanzo uscito nelle librerie nel 2001 per la casa editrice Mondadori, appartiene al filone del thriller archeologico, genere in cui le trame gialle si fondono con la storia antica.

Scritto da Valerio Massimo Manfredi, apprezzato studioso e archeologo oltre che romanziere di sucesso, il libro ci trasporta in una Toscana che diventa terra di delitti compiuti da un’entità sovrannaturale.

Chimaira, parola che in greco significa chimera, narra infatti di un giovane archeologo, Fabrizio, che si reca a Volterra per esaminare da vicino la statua etrusca di un misterioso bambino.

Fin dal giorno del suo arrivo però, si susseguono nei luoghi circostanti a quelli in cui risiede delle morti raccappriccianti: alcune persone vengono letteralmente sbranate da uno strano animale che non rientra nel novero di quelli conosciuti.

Con l’aiuto di Francesca, una dipendente del Museo di Volterra, Fabrizio riesce a dipanare il mistero che avvolge queste morti e che risale a quasi 2500 anni prima, all’epoca etrusca, quando un eroe del posto è costretto a patire una morte ingiusta perchè il governatore locale si è invaghito di sua moglie.

Tutta la storia, che si incentra su un argomento misterioso e non molto conosciuto dal lettore comune, è ricca di pathos, suspense e orrore, elementi ben miscelati che s’inquadrano in una trama ben strutturata ma inverosimile e non molto originale.

Il romanzo, la cui vicenda a differenza di altri libri di Manfredi non si basa su una leggenda vera, è arricchito poi da un tocco noir molto suggestivo.

Un indubbio punto di interesse è rappresentato anche dalle affascinanti incursioni nella mitologia e nella cultura etrusca che l’autore trova abilmente il modo di coniugare con riferimenti alle attuali investigazioni scientifiche.

Passando alle note dolenti bisogna mettere in evidenza come in questo romanzo, basato soprattutto su dialoghi e con pochissimo approfondimento psicologico, Manfredi si serve di un vocabolario abbastanza ristretto e povero.

Ci sono delle situazioni nel racconto che restano un po’ in sospeso e che l’autore avrebbe dovuto approfondite maggiormente, ma nel complesso è un buon libro, con una trama scorrevole e personaggi simpatici e ai quali ci si affeziona rapidamente.