Il fantasma di Corleone, docu-fiction di Marco Amenta sul mistero della latitanza del boss Bernardo Provenzano, è stato premiato al Mediterraneo Film Festival di Paestum per l'impegno civile e il respiro cinematografico. Il film è una coproduzione fra Eurofilm e Arte France e sarà distribuito nelle sale italiane con il concorso dell'Associazione Libera di Don Luigi Ciotti.

Il fantasma di Corleone concorre nella competizione internazionale del Prix Italia a Milano e nel concorso del Premio internazionale del reportage e del documentario del Mediterraneo, inoltre è stato presente nelle selezioni ufficiali al festival di Annecy a fine settembre e al Festival di Rio de Janeiro a inizio ottobre.

Il fantasma di Corleone non è un film in lavorazione, ma è una pellicola già uscita in Francia e in molti altri paesi europei. E’ la seconda opera di Marco Amenta, regista conosciuto per aver raccontato nel suo precedente lungometraggio la storia di Rita Atria in Diario di una siciliana ribelle, si cimenta in questo genere di film.

In questo nuovo documentario, Amenta ha cercato  di capire chi è Bernardo Provenzano, un uomo di cui si sente spesso sussurrare il nome ma del quale si sa a mala pena solo la data di nascita: il 31 gennaio del 1933.

proprio per i suoi temi difficili e ti toni forti il film, prodotto da Arté (la tv franco tedesca) e dal Ministero della Cultura francese, stenta a decollare in Italia.

Nel nostro paese solo Rai3, ad oggi, ha manifestato un blando interesse nel volerlo comprare e trasmettere, mentre in mezza Europa il film ha fatto milioni di spettatori.

La trama del film si può riassumere così: Marco, giovane reporter siciliano, torna a Palermo in un viaggio-thriller per cercare di risolvere il mistero che avvolge la figura di Bernardo Provenzano. Capo supremo di Cosa Nostra, Provenzano, vive in clandestinità da 40 anni, è vivo ma è come se fosse morto e ha architettato le più rilevanti stragi di mafia degli ultimi vent'anni in Italia.