Torna il Dr.House. Dopo il non del tutto convincente Night Manager, torna Hug Laurie non più nei panni dell'infallibile e sperimentatore filosofo dottore di corsia, ma in quelli di uno psichiatra forense di San Francisco, Eldon Chance, il cui lavoro consiste nel decretare se lo Stato debba continuare a fornire terapie a pazienti vittime di incidenti che hanno ripercussioni sulla loro personalità.

La sua vita va in pezzi e lui cerca di raccogliere quei pezzi senza riuscirvi. Divorzio, figlia adolescente e problemi economici, al punto da falsificare un pezzo di arredamento per poterlo vendere ad un prezzo maggiorato.

Questo atto illegale è l'inizio della sua discesa agli Inferi e il fabbro D. sarà il suo demone o il suo Virgilio, a seconda dei casi e degli avvenimenti.

La serie Chance è collocabile nel filone noir Anni Cinquanta stampato sulla skyline luminosa e sopra le notti tetre e anguste della città.

Non dovrebbe mancare quindi una dark lady. E infatti c'è anche quella.

Bionda, di nome Jacklyn o Jackie. Dipende se lei fa sesso o no.

Sì, perché Jacklyn soffre di un disturbo della personalità a causa dei ripetuti abusi del marito, il poliziotto Blackstone.

Un noir in piena regola, ma sbiadito. Per quanto possa sbiadire un noir.

Laurie è bravo, non c'è dubbio, ma latita su un confine superficiale, come del resto l'intera serie. Sembra quasi che la storia voglia soltanto annusare i personaggi, senza curarli più di tanto. Un teatro di sagome senza profondità.

Anche la professione di Chance è senza profondità. Lui si limita a osservare, quasi invisibile, non interviene, ma giudica l'idoneità o meno di un paziente a un nuovo inserimento tra la società.

Esattamente il contrario di quanto gli sta accadendo, sempre più distaccato dal mondo e sempre più affogato in se stesso.

La serie ha la lentezza inesorabile delle sabbie mobili, nemmeno la prevedibile attrazione tra Jacklyn e Chance la scuote dal torpore.

Tutto un dejà vu, anche per i personaggi e le loro storie.

Chance-Laurie si addentra puntata dopo puntata nei suoi gironi infernali insieme e con l'aiuto indispensabile di D., reduce di guerra dal non physique du role, e rimane invischiato, forse ne vuole rimanere invischiato, per annullarsi completamente.

Un noir, senza noir. La trasgressione, la tensione sono accennate, vissute in punta di piedi e l'intrigo è piuttosto prevedibile.

La regia segue anonima, quasi si affatica immagine dopo immagine.

Ma due cose restano.

Un dialogo tra Jaklyn e Chance in un bar nel primo episodio, in cui entrambi parlano guardando dritto nell'obiettivo come a voler parlare direttamente agli spettatori e la tecnica tilt shift che fa sembrare tutto quanto un diorama, le inquadrature sfocate ai margini per un sogno ad occhi aperti.

Un sogno non molto ben riuscito, con un prolungamento del sonno più che probabile.