L'edizione 2014 del Far East Film Festival (http://www.fareastfilm.com) si aprirà il 25 aprile con la prima internazionale di Aberdeen, nuovo capolavoro di Pang Ho-cheung, e si chiuderà il 3 maggio con il sequel di Thermae Romae, sempre in prima internazionale.

Presenterà oltre 60 titoli della migliore produzione popolare asiatica: blockbuster, futuri cult movie, outsider degni di scommessa e, come sempre, ottimi fuori pista d’autore. 9 differenti realtà produttive (Hong Kong, Cina, Giappone, Corea del Sud, Thailandia, Malesia, Indonesia, Filippine, Taiwan) per uno sguardo ampio e curioso che non discrimina le opere commerciali di qualità ma punta a mettere a fuoco l’intero arco della produzione asiatica sia in versione più colta che popolare.

La grande notizia è che il FEFF di quest'anno registrerà un prepotente ritorno dei film di genere, dagli action ai thriller.

Se Hong Kong sarà anche sinonimo di thriller (pensiamo a Firestorm con Andy Lau), toccherà alle Filippine la parte del leone, dopo una stagione di autentica e, forse, inattesa rinascita. Spostando la visuale più a Est, fino al Giappone, non mancheranno poi i thriller psicologici alla David Lynch come Bilocation di Mari Asato (già assistente alla regia di Kurosawa Kyoshi), mentre la Corea del Sud si confermerà un’autentica e vibrante fonte di luce: dal thriller Cold Eyes (remake dell’hongkonghese Eye In The Sky prodotto da Johnnie To) al suspenseaction The Terror LIVE, senza dimenticare The Attorney di Yang Wooseok, il più bell’esordio dell’anno, con lo straordinario Song Kang-ho (che di recente abbiamo visto in Snowpiercer) e Very Ordinary Couple della regista Roh Deok, che con la sua raffinata ed eccentrica escursione nella commedia sentimentale riporta al cinema commerciale una inaspettata freschezza.

Sempre sul versante cinese, poi, irrompono anche due titoli autoriali:

l’hitchcockiano Black Coal, Thin Ice di Diao Yi’nan (noir di glaciale bellezza vincitore dell’Orso d’Oro a Berlino) e To Live and Die in Ordos della regista Ning Ying, che racconta la figura controversa di un poliziotto. Anti-eroe moderno.

Dal 2008, quando uscirono Beastcops e poi The Beast Stalker e Fire Of Conscience, Dante Lam ha impreziosito la sua carriera anche con una serie di action movie in cui spicca l’elemento drammatico. Una formula che ora, grazie al dramma sportivo Unbeatable, trova forse l’applicazione più alta: fra le anime tormentate di Macao in primo piano e il mondo delle arti marziali miste a fare da perimetro narrativo. Attenzione, però: è un pur sempre un perimetro tracciato dalla mano potente di mister Lam! La stessa mano potente che ha creato That Demon Within. Partendo da un vero caso di cronaca nera, ma rileggendolo in chiave soprannaturale, mister Lam realizza il suo thriller più scuro. Una battaglia poliziesca, davvero mozzafiato, che sposta l’accento dalla personalità “Jekyll & Hyde” dell’antagonista all’esplorazione dell’istinto malvagio nascosto dentro ognuno di noi…

Il FEFF di quest'anno inoltre è interamente attraversato da un tema di fortissima attualità: quello dei social network. Li vediamo operare sullo schermo, tracciando una linea che congiunge idealmente moltissimi titoli della selezione (dall’hongkonghese May We Chat? al filippino Shift, fino al giapponese The Snow White Murder Case), e li vediamo operare anche a livello simbolico. Li vediamo, cioè, rappresentare tutte quelle connessioni che nutrono il mondo contemporaneo, accorciando sempre di più le distanze anche fra il nostro Occidente e il Lontano Oriente…

Quest’anno, per la prima volta, i riflettori si accenderanno sul pianeta del documentario: vedremo, tra gli altri, Boundless (girato sui set di Johnnie To) e The Search for Weng Weng, che riporta agli onori della cronaca il più pazzo degli attori asiatici: la vera storia di un nano seduttore, esperto di kung fu, che negli anni Settanta faceva il James Bond filippino! Per gli amanti della musica colta, poi, ci sarà il coreano Hello Orchestra?! che è insieme una riflessione sull’arte e la commovente descrizione di un’orchestra di bambini.

Il doppio focus 2014, invece, sarà dedicato al cinema hongkonghese, con un omaggio all’Imperatore dell’action – Dante Lam – e con un ospite d’onore che di quel cinema (o meglio: della sponda indipendente di quel cinema) è protagonista assoluto: Fruit Chan. Autore di capolavori come Made In Hong Kong e Durian Durian ha raccontato gli squilibri e le contraddizioni della post-riunificazione e ora, con il nuovissimo The Midnight After (a Udine sarà presentata la versione definitiva, dopo il passaggio al Festival di Berlino) lancia l’ultimo grido di allarme su un mondo che sta per scomparire...