La mia passione per la Corsica e le storie dei banditi delle sue montagne risale in effetti a una decina d’anni prima della nascita di Chance Renard come personaggio seriale. Diventano così un elemento “di base” sul quale si è costruita la mitologia dell’intera sega, un terreno di riferimento che il lettore ha imparato a riconoscere come distintivo e familiare.

Agli inizi degli anni ’80 ebbi l’occasione di leggere un romanzo pubblicato da Sonzogno intitolato Il Clan dei Corsi di William Heffernan pubblicizzato come un nuovo Padrino, ambientato tra la Corsica e l’Indocina. Rimasi profondamente colpito dalla descrizione della malavita corsa, dalle sue somiglianze e al tempo stesso dagli elementi di originalità con quella siciliana. In seguito lessi anche Corsican Honor (dello stesso autore ma rimasto inedito in Italia come il successivo Act of Contrition) e svolsi una serie di ricerche su libri ma anche sul campo recandomi più volte in Corsica con la scusa delle vacanze ma, in verità, per raccogliere materiale per costruire quel territorio mitico da cui sono scaturite le avventure che hanno lasciato un segno più nella mia genesi del Professionista.

       

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