Se sopravvivere è fuggire, cominciate a farlo (che a pensare si fa sempre in tempo…). Da cosa? Da questo World War Z di Marc Forster, ennesimo blockbuster scombiccherato da 170 milioni di dollari che dopo aver disseminato una qualche milionata di cadaveri senza mostrare manco una goccia di sangue che è una (il che per un film di zombie è qualcosa che di sicuro rimarrà…), cerca senza trovarla la sua cifra personale attraverso il viaggio dell’eroe tra iùesei e resto del mondo alla ricerca del paziente zero (il primo infetto insomma…) così da mettere un argine ad una pandemia di dimensioni bibliche.

Più veloci, più voraci, più capaci di far gruppo (la scalata al muro in Israele…), rapidissimi nella trasformazione umano-zombie e attirati dalla più piccola fonte di rumore, i neo-zombie stentano a trovare una dimensione “forte” (il numero da formicaio nuoce loro…) anche perché è ovvio che il film è costruito senza costrutto attorno ad un Brad Pitt ingolfato in un ruolo messianico senza un briciolo di credibilità.

Ma il peggio del peggio è raggiunto quando scoperto l’antidoto il Nostro avanza trionfante tra una manciata di zombie ex scienziati; la recitazione è quella che è, in più l’estetica è da pubblicità di un profumo (francese…).

Terribile…