Da più di trent’anni lo scrittore statunitense Martin Cruz Smith incanta milioni di lettori nel mondo raccontando le avventure dell’investigatore moscovita Arkady Renko (Arkaša per gli amici). Purtroppo dopo Gorky Park il cinema ha perso interesse per un fenomeno di grande portata, ma per i lettori da allora è difficile separare il personaggio letterario dall’interpretazione cinematografica di William Hurt.

Segretissimo Mondadori - il posto migliore in Italia per la spy story di qualità - presenta questo dicembre in edicola il sesto episodio della saga del travagliato poliziotto di Mosca: Il fantasma di Stalin (Stalin’s Ghost, 2007), già apparso negli Omnibus Mondadori nell’aprile 2008 e negli Oscar Bestsellers nel giugno 2009.

    

Dalla quarta di copertina:

Ingaggiare poliziotti per un omicidio su commissione: nella Nuova Russia è possibile, basta pagare. L’investigatore Arkady Renko sospetta due colleghi, ex membri delle squadre speciali combattenti in Cecenia, di essere spietati killer in divisa. Ma in un paese violento e selvaggio la sua sete di giustizia potrebbe costargli molto cara. Dai cantieri e dalle campagne riaffiorano ossa e crani umani, cadaveri di prigionieri politici o di soldati sepolti a migliaia nelle fosse comuni. Per la metropolitana di Mosca si aggira lo spettro di Stalin, il tiranno sanguinario che per molti è ancora una leggenda. Ombre di un passato oscuro che non passa mai veramente. E Arkady deve saperlo che, se cominci a scavare, poi è troppo tardi per fermarsi.

    

Ecco l’incipit:

Erano le due del mattino, un’ora che poteva essere sia presto che tardi, ma che comunque era un mondo a sé.

Zoya Filotova portava i capelli neri molto corti, quasi a esibire con sprezzo il livido che aveva sotto l’occhio. Era sulla quarantina e di una magrezza elegante, con quel tailleur pantalone di pelle rossa e al collo una croce dorata dal significato puramente ornamentale. Era seduta di fronte ad Arkady e a Victor, e il brandy che aveva ordinato era ancora intatto. Aveva le unghie lunghe e smaltate di rosso e, mentre giocherellava con il pacchetto di sigarette, Arkady pensò che assomigliava a un granchio intento a ispezionare il suo pranzo. Il caffè era un locale tutto cromature situato sopra un autolavaggio, sulla tangenziale. Niente lavoro, quella sera, con tutta la neve che cadeva; le poche auto che si fermavano erano suv a quattro ruote motrici. Le uniche eccezioni erano la Zhiguli di Arkady e la Lada di Victor, acquattate in un angolo del parcheggio.

Victor stava sorseggiando un Chivas, tanto per mantenere il tasso alcolico. I drink erano costosi e Victor aveva la pazienza di un cammello. Arkady si era accontentato di un bicchiere d’acqua. Era un uomo pallido, con i capelli scuri e l’immobilità di un osservatore professionista, e le trentasei ore trascorse senza dormire l’avevano reso più immobile del solito.

«Ho il cuore spezzato e la faccia rovinata» si lamentò Zoya.

«Non direi, è sempre una bella donna. Faccia vedere al mio amico cosa le ha combinato suo marito.»

Gli autisti e le guardie del corpo seduti sugli sgabelli lungo il bancone del bar coccolavano i loro drink con aria contemplativa, tirando qualche boccata dalle sigarette e cercando di tenersi in equilibrio. Un paio di boss paragonavano le loro reciproche

abbronzature, ottenute sotto il sole della Florida, scambiandosi foto della bella di turno. Zoya scostò il crocifisso e slacciò la

lampo della giacca per mostrare ad Arkady il livido a forma di grappolo che le segnava la pelle liscia del seno.

«È stato suo marito a farglielo?»

Lei tirò su la lampo e annuì.

«Tra poco non correrà più alcun pericolo» la rassicurò Victor. «Gli animali come quello non dovrebbero poter circolare.»

    

Martin Cruz Smith è nato a Reading, Pennsylvania, nel 1942. Laureato alla University of Pennsylvania, ha lavorato come giornalista al “Philadelphia Daily News” e si è occupato di periodici fino al 1969. Dopo aver scritto romanzi convenzionali di spionaggio, suspense e western, ha raggiunto la fama con il bestseller mondiale Gorky Park, vincitore dell’Edgar e del Gold Dagger nel 1982, centrato sulla figura del poliziotto russo Arkady Renko. Si è dedicato anche al genere storico. Martin Cruz Smith vive con la famiglia in California.

    

Ecco i romanzi con protagonista il buon vecchio Arkaša, tutti editi in Italia da Mondadori:

1. Gorky Park (Gorky Park, 1981)

2. Stella polare (Polar Star, 1989)

3. Red Square (Red Square, 1992)

4. Havana (Havana Bay, 1999)

5. Lupo mangia cane (Wolves Eat Dogs, 2004)

6. Il fantasma di Stalin (Stalin’s Ghost, 2007)

7. Le tre stazioni (Three Stations, 2010)

   

Il fantasma di Stalin di Martin Cruz Smith (Segretissimo Mondadori), 294 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Maria Giulia Castagnone