Il diavolo all’incrocio è una delle più note leggende della musica secondo cui il padre del blues moderno Robert Johnson avrebbe venduto l’anima al diavolo in cambio della sua strabiliante bravura da chitarrista. Un diavolo che incontrò a un incrocio deserto, un diavolo che lo attendeva, come potrebbe attendere ciascun uomo. Ma Il diavolo all’incrocio è anche il titolo di una splendida antologia di Nicola Catenaro, pubblicata da pochi mesi dalla Galaad edizioni nella collana Avalon (dedicata al fantasy e al gotico).

Si tratta di una raccolta di nove racconti suggestiva ed evocativa, che riallacciandosi implicitamente alla leggenda di Johnson, ci presenta, racconto dopo racconto, uomini che vengono travolti e sconvolti, dalle loro paure e dai propri lati oscuri, che dovranno confrontarsi crudelmente con un nemico inaspettato e cinico, un diavolo ironicamente nascosto dentro ognuno di loro, cupo e luciferino. Si tratta di uomini tremendamente umani, reali, concreti, che coinvolgono il lettore pagina dopo pagina, lasciandolo avvinto in una tela narrativa intesa e strutturata, forte e decisa, che dimostra delle capacità narrative fuori dal comune, che trascinano anche grazie  a un’inventiva che partendo da particolari e vicende comuni, sviluppa, crea, cresce fino a sfociare nel fantastico, fino a drammatizzare l’esistenza degli individui… fino a condurli nell’oscurità, attraverso l’oscurità e infine dentro loro stessi.

La scrittura di Catenaro e fluida e accattivante, scorre rapida sulla pagina, i dialoghi sono freschi ed efficaci, taglienti dove occorre, le descrizioni appena accennate riescono con pochi tratti a descrivere sensazioni ed emozioni, luoghi e individui.

I nove racconti, diversi per struttura e lunghezza, sono percorsi dalla stessa oscura inquietudine che sfocia potente nelle vicende di Una strana sera di luglio e Dopocena, ma che in tutte le storie mantiene viva l’attenzione, la tensione e l’intelligenza del lettore.

Una lettura intensa che colpisce la mente.