– No, non basterebbe. Forse è quello che ha fatto all’inizio, o magari semplicemente è da lì che ha preso l’idea. Mi hai detto che l’hanno scomunicato?

– Non proprio. È stato sospeso a divinis, pare che usasse costrizioni corporali per tenere tranquilli i ragazzi del ricovero tra una crisi e l’altra.

– Ma se è sospeso a divinis, non possiamo farlo perseguire perché somministra comunque i sacramenti in pubblico?

– No, perché si tratta di una sospensione latae sententiae, cioè non dichiarata. Vuol dire che tutte le volte che un fedele gli chiede legittimamente un sacramento, lui è libero di somministrarlo.

– Accidenti, ma allora ha pensato proprio a tutto. Come possiamo fare?

– Sospetti che da qualche parte, tra i campi e le serre, ci siano anche coltivazioni di cannabis?

– Perché no? Ci tengono tanto a dire che sono autonomi e che producono tutto in proprio. Anzi, un labile indizio ci sarebbe. Ieri, visitando l’erboristeria, il diacono mi ha spiegato che sono specializzati nella produzione di lassativi.

– E allora?

– E allora la codeina, uno dei principali oppiacei che si può somministrare per via orale, guarda caso, dà come effetto collaterale proprio una sorta di costipazione.

– Una sorta di che?

– Costipazione, Sauro. È il termine elegante per definire la stipsi. Insomma la stitichezza. Capito adesso?

– Ma non possiamo portare Padre Ricardo in tribunale solo perché i suoi discepoli sono stitici, ti pare?

– No, ma possiamo farlo incriminare perché i suoi seguaci portano i capelli lunghi.

Quindici giorni dopo al Colle di Chiaraluce giunse un mandato di perquisizione ottenuto grazie alle prove repertate da Miranda. L’adesione di Padre Ricardo ai rituali monastici l’aveva infatti tradito. Era fatto divieto agli adepti di possedere oggetti personali, così ogni mattina si lavavano e si pettinavano nel dormitorio comune e, in osservanza ai vecchi usi contadini, i capelli raccolti dalle spazzole di legno venivano messi da parte in un sacco di iuta per realizzare le imbottiture di cuscini e materassi. Fu sufficiente rubare uno di quei sacchi per fornire al laboratorio una serie di campioni, tutti con un livello allarmante di codeina. Il resto lo fecero i legali della famiglia Torlonia con le debite pressioni sul magistrato di turno. Ma la cosa più inquietante fu scoprire che gli oppiacei, in forma di erbe e semi essiccati, venivano infatti utilizzati per cuocere le torte e i prodotti da forno consumati durante la comunione. In una cosa Padre Ricardo era stato coerente, sia il pane che il vino provenivano comunque dalla produzione autonoma della tenuta dei Chiaraluce.