Forse non tutti sanno che fra i più celebri e prolifici autori di pseudobiblia può essere annoverato Pippo, il celebre personaggio nato dalla fantasia di Walt Disney proprio in quegli anni Trenta così grondanti di “libri falsi”: quando cioè le riviste pulp americane facevano a gara a presentare storie horror che ruotavano intorno a libri, grimori, manoscritti, codici e quant’altro potesse tenere in vita il grande gioco letterario degli pseudobiblia.

Per quasi dieci anni - dal marzo 1993 al settembre 2002 - nel settimanale a fumetti Topolino il divertente personaggio Disney è stato protagonista di un corposo ciclo di storie raccolto sotto il nome di I mercoledì di Pippo. Una firma eccellente della testata, il padovano Rudy Salvagnini, si è divertito a giocare con gli stereotipi del romanzo di genere, rendendo Pippo artefice di decine e decine di pseudobiblia.

           

Il nome della serie deriva dal fatto che ogni mercoledì Pippo angustia l’amico Topolino facendolo partecipe di un romanzo che ha scritto. Più che un libro di forma completa si tratta di bozze, di un vero work in progress: man mano che legge il testo all’amico, infatti, Pippo cambia gli aspetti più pencolanti della narrazione, arrivando spesso a stravolgerne il contenuto.

La particolarità di questi romanzi è che costituiscono un’occasione di riscatto per il personaggio: nato impacciato e goffo (non a caso il nome originale è Goofy), eterna spalla di Topolino, nei “libri falsi” che di volta in volta scrive Pippo riacquista dignità, figurando sempre come eroe indiscusso delle storie e relegando Topolino a spalla comica, e soprattutto destinandolo a subire ogni scherzo del destino.

           

Le storie sono molte ma per ora ci limitiamo a segnalarne una, Il libro della ricchezza - disegnata da Massimo De Vita ed apparsa originariamente su Topolino del 7 novembre 1995 e più volte ristampata in seguito.

Precettato sulla strada del cinema, Topolino è obbligato ad ascoltare la delirante storia del nuovo romanzo di Pippo. Protagonista è un esploratore senza nome (molto simile ad Indiana Pipps) che annuncia alla comunità scientifica l’intenzione di andare alla scoperta del Libro della Ricchezza, un antico testo scritto da grandi saggi. Questi, stanchi di una civiltà troppo superficiale, si trasferirono sull’Himalaya e fondarono la città di Tralla-Là, ricca di libri ma anche di grandi ricchezze («Bella forza! Quando sei saggio, non sperperi in sciocchezze!») Per paura che malintenzionati possano mettere le mani sul tesoro, questo è stato nascosto e la sua ubicazione annotata nel citato Libro della Ricchezza.

L’ottimo Salvagnini non solo ci guida sulla via di una Shangri-Là umoristica e di un’atmosfera da avventura classica alla R.H. Haggard, ma anche attraverso l’espediente del libro falso che contiene una mappa del tesoro.

Chissà se l’autore padovano aveva in mente Il Libro di ogni potere, lo pseudobiblion protagonista del romanzo omonimo di Edgar Wallace (apparso già in questa rubrica: rubriche/9272/), perché la “consistenza” del libro protagonista è molto simile: quello di Wallace era in realtà un insieme di biglietti di banca, quello di Salvagnini è... la custidia di un libretto degli assegni della Himalaian Bank!

       

Citazionismo e parodia, dunque, ma anche tanta passione per gli escamotage letterari che hanno reso immortale il gioco della narrativa, di genere o meno. Chissà se un giorno torneranno I mercoledì di Pippo, con i loro pseudobiblia e giochi letterari vari: nel frattempo, sarà nostro piacere presentare in futuro altri “libri falsi” tratti dalla serie.