È probabilmente con questo film che la fama di James Bond 007 (cinematografico) si consolida definitivamente. Ne sono testimoni persino alcune battute che riflettono quanto Bond fosse diventato fenomeno di costume, a tal punto da non potersi esimere da una battuta sui Beatles, altro fenomeno (anglosassone) del momento. Poi ci sono l’Aston Martin con il sedile eiettabile, la ragazza tutta d’oro, Oddjob con la sua bombetta con il filo metallico, il coinvolgimento di Honor Blackman che veniva da Avengers (Agente speciale con Patrick Macnee) altra serie TV di grande impatto. Non ultimo arriva il coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella trama.

Il fulcro dell’azione infatti è l’operazione Grande Slam, l’assalto a Fort Knox, concepito da Goldfinger con l’idea di rendere radioattive le riserve auree USA per decenni accrescendo così il valore delle sue e rovinando l’economia occidentale.

Di questo risvolto più politico si occupano i cinesi nella figura del dottor Ling, stereotipato ma efficacissimo scienziato dei... Rossi.

La storia resta comunque lontana dai temi della Guerra fredda e ripropone una sfida tra uomini.

   

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