Nell'ambito di letteratura, cinema e fumetti vige una regola non scritta che ogni lettore e spettatore ben conosce e a cui è felice di sottostare: un personaggio quando muore, non è mai per sempre.

Su questo assunto si basa la trama de L'uomo che sconfisse la morte, secondo albo gigante di Zagor in vendita in tutte le edicole italiane a partire dal 30 maggio.

Scritto da Moreno Burattini, editor e sceneggiatore principale della collana, che ha dato vita ad un'avventura ricca di azione e colpi di scena dotata di tempi narrativi molto ben scanditi, e disegnato da Marco Verni, il cui tratto ricorda molto da vicino quello del decano Gallieno Ferri, questo volume presenta una vicenda che, alternandosi su due diversi piani temporali, tramite espedienti tanto semplici quanto inaspettati, descrive il ritorno dal regno dei morti di due personaggi di grande richiamo che i lettori della serie conoscono bene.

All'intreccio principale, che si dipana in modo serrato e coinvolgente, si affiancano poi una serie di eventi collaterali che vedono Zagor scontrarsi con il conte Zalacenko, un ufficiale dell'esercito russo emigrato negli Stati Uniti per reprimere una colonia di patrioti polacchi.

Oltre alla sceneggiatura, come sempre quando si parla del lavoro di Burattini molto caratteristica e appropriata, anche i disegni di Marco Verni, autore tra i più bravi dell'intero staff zagoriano che ha curato gli sfondi fin nei minimi dettagli e ha reso i personaggi in maniera perfetta per quel che riguarda le espressioni dei volti e la sensazione di movimento, la bella copertina di Gallieno Ferri e la dedica finale a Guido Nolitta contribuiscono a rendere questa avventura commovente bella e appassionante.

Al di là del pur elevato valore artistico, un altro elemento che fa di questo gigante un'opera interessante e ricca di numerosi spunti di riflessione, al punto da rapire e stregare ogni appassionato che rimarrà letteralmente attaccato a questo balenottero di 240 pagine finché non lo avrà terminato, sta nel fatto che a un un mondo scuro e cattivo, come quello in cui è ambientata la storia, si contrappongono valori estremamente positivi come generosità, umanità, amicizia, onestà, lealtà e redenzione, sentimento, quest'ultimo, che riguarda in particolar modo la figura di Olaf Botegosky che nel corso della narrazione si redimerà da una vita di ladro e imbroglione e verrà infine riabilitato agli occhi dei lettori.

Alla luce di quanto scritto, si può quindi affermare di essere di fronte ad una storia importante, che non solo fa passare attimi di puro intrattenimento ma fa anche pensare, sintomo questo di fumetto di qualità.