Delitti e misteri veneti: è il titolo della pubblicazione dedicata ai grandi gialli che continuano a tenere col fiato sospeso il Veneto, ma anche l'Italia, o perché ancora irrisolti, oppure con esiti investigativi che lasciano scoperte zone d'ombra altrettanto inquietanti.

Una collana composta da quattro libri, proposta dai seguenti quotidiani Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia, Il Corriere delle Alpi e scritta dal giornalista Enzo Bordin che alcune di queste storie tinte di giallo ha seguito personalmente come cronista di nera e giudiziaria.

Vengono ricostruiti i retroscena su quattordici omicidi e due omicidi-suicidi con alle spalle retroterra ambientali, socio-culturali e psicologici così spiazzanti nella loro diversità da lasciare esterrefatti.

Si passa dai delitti passionali agli omicidi seriali firmati a Padova da Michele Profeta; dai ripetuti assassini senza un apparente perché alla barbara esecuzione della coppia di custodi torturata a morte a Gorgo al Monticano, nella Marca trevigiana.

Nel primo volume, in edicola a partire da venerdì 20 aprile, vengono rievocati due gialli che per le loro misteriose e intricate trame continuano a colpire l'immaginario collettivo nonostante siano ormai trascorsi diversi anni da quelle agghiaccianti esecuzioni ai danni di due donne emancipate e poco inclini a concedere spazio a persone sconosciute.

Il primo episodio, intitolato L'assassino dal volto amico, ripercorre la storia dell'ex postina padovana Maria José Olivastri, uccisa nel primo pomeriggio dell'8 agosto 2001, mentre stava andando di hotel in hotel per cercare un lavoro stagionale come "massaggina". L'incontro col suo assassino avvenne in tale contesto. Ma non si sa dove la portò prima di strozzarla. Forse a casa sua, dove le offerse perfino una tazza di caffè fatto con la moka, come evidenziò l'autopsia. Il cadavere di Maria José venne ritrovato il giorno seguente, incaprettato e contenuto in un lenzuolo legato a a mo' di sacco, in una canaletta, a Terradura di Due Carrare, ad una dozzina di chilometri da Abano.

La seconda trama omicida prende il titolo Sotto il velo del mistero poiché l'omicidio della ventottenne ragioniera Maria Luisa De Cia avvenne nel bosco sottostante al rifugio Velo della Madonna, alle Pale di San Martino. Il 16 agosto 1990, mentre era ospite dei genitori che abitavano a Sorriva di Sovramonte nel Feltrino, uscì di casa in auto dopo aver scritto alla madre un biglietto di questo tenore: «Sono andata a San Martino, ritorno alle 17».

Venne assassinata quello stesso giorno, mentre camminava tra boschi ed orridi mozzafiato del Primiero. Fu ritrovata alle 4 del pomeriggio del giorno dopo, in uno spiazzo aperto affacciato su un burrone. Era stesa sull'erba, seminuda, con la testa trapassata all'altezza dell'occhio sinistro da un proiettile di piccolo calibro di fabbricazione artigianale. Maria Luisa era di origini feltrine ma aveva vissuto per tanti anni con madre e fratelli a Padova dove aveva studiato e lavorato anche alla Safilo. Proprio la mattina del delitto, la vittima venne vista da un tassista a Ponte Oltra, mentre aspettava un uomo da naso lungo che viaggiava su un'auto di grossa cilindrata.

Il secondo libro, Poker mortale, parte da alcuni fatti di cronaca nera precisi: nel giro di 11 mesi, da ottobre 2000 a settembre 2001, a Padova vi furono quattro omicidi a sangue freddo dai risvolti solo in parte conosciuti e dagli intrecci che hanno portato ad un labirinto di ipotesi e congetture. Il primo delitto riguarda la morte di Furio Dubrini, netturbino delle Piazze sotto il Salone. Venne ammazzato alle 4,25 del 24 ottobre 2000, mentre usciva di casa per recarsi al lavoro. Tre colpi di pistola lo fecero tacere per sempre. La sera del 29 gennaio 2001, vicino allo stadio Appiani, il tassista di "Pisa 14" Pierpaolo Lissandron venne assassinato con una pistolettata in testa da un cliente.

E 12 giorni dopo la stessa fine toccò all'agente immobiliare Walter Boscolo, "giustiziato" all'interno di un monolocale in zona Pontecorvo, a un centinaio di metri dalla basilica del Santo,mentre stava facendo vedere la casa al cliente-killer. Lo freddò con due colpi alla tempia e uno alla nuca. Alle 18,30 del 16 febbraio 2001, la polizia arrestò il serial-killer non lontano dal luogo dove venne ucciso il tassista Lissandron: Michele Profeta, originario di Palermo ma con residenza a Mestre e lavoro a Padova. E' certamente lui che ha commesso gli ultimi due omicidi: la pistola è la stessa. Ed anche sul delitto Dubrini affiora il dubbio della sua "firma". Dopo lunghe e snervanti prove e controprove balistiche arrivò il verdetto conclusivo: l'arma non risultava la stessa. Allora chi uccise quel netturbino?

Ma ecco un altro colpo di scena: il 24 settembre 2001 arrivò il quarto omicidio. Quello del netturbino Olivo Molena, ucciso a fucilate non lontano da casa, verso le quattro del mattino, mentre stava andando a pulire le piazze del centro storico. Come il collega Dubrini. Un'alba tragica per entrambi, pur con l'impiego di armi diverse. Freddati entrambi dallo stesso assassino oppure no? Un mistero tuttora insoluto.

Il terzo libro s'intitola Quel gennaio di passione e sangue. Si rifà al terribile gennaio 1991, quando nelle province di Treviso e Venezia vennero assassinate ben 6 donne. I

 primi tre casi, avvenuti nella Marca trevigiana e ancora insoluti, riguardano l'analista Vanda Fior, la pasticcera Sandra Casagrande e la tabaccaia Regina Peruzza. E nel Veneziano, due omicidi-suicidi e un altro omicidio, tutti di natura passionale.

Il quarto e ultimo libro si intitola Il gorgo del terrore e narra la storia di una coppia di pensionati, Guido Pellicciardi e Lucia Comin, custodi di una villa a Gorgo al Monticano, che vennero uccisi dopo ripetute torture e sevizie durante una rapina notturna. Un esecutore materiale albanese si è suicidato in carcere. Sono così finiti sotto processo solo l'organizzatore ed il basista del piano, condannati rispettivamente all'ergastolo il primo e il secondo a 18 anni. Ma il quarto uomo è ancora in libertà.