A chi crede di bastarsi

Investigatore assicurativo. Di solito suggerisce una serie di attività tutt’altro che esaltanti, controlli a tavolino, dati da incrociare, pedinamenti, indagini su incendi dolosi o falsi infortuni, solite storie di soliti furbi che pensano sempre di potersela cavare frodando l’assicurazione. Ma una frode, per essere definita tale, oltre al dolo deve avere un’altra inconfondibile matrice: un congruo ritorno economico. Questa volta invece niente. Non riesco a venirne a capo. Così la riunione con Domenico Costa, il mio amico, socio e datore di lavoro, non comincia certo sotto i migliori auspici.

– Insomma, Sauro, vuoi dirmi che non sei ancora riuscito a trovare una matrice comune tra tutti questi casi apparentemente simili di sabotaggio industriale?

– Eh, sabotaggio industriale, adesso non esageriamo. La violazione c’è. Chiaro come il sole che qualcuno è entrato nei sistemi informatici e ha manomesso i dati, ma che il cielo mi fulmini se sono riuscito a capire a che scopo. A conti fatti nessuno ci ha guadagnato e nessuno ci ha rimesso. Non si può parlare di frode, in questo caso. Ai danni di chi, poi?

– Sarà, ma la violazione della privacy e l’accesso non autorizzato a dati sensibili sono punibili per legge. Il reato esiste eccome. E tutti gli altri casi che mi sono stati segnalati, ti sei messo in contatto con i colleghi per sapere le loro indagini a che punto sono?

– Sarà una settimana che non parliamo d’altro, con alcuni di loro ci siamo anche incontrati e...

– E...?

– E niente. Stessa nostra situazione. Non si cava un ragno dal buco. Del resto guarda tu stesso. Una prestigiosa scuola privata: il nostro fantomatico hacker ha manomesso i registri delle presenze e alterato i turni per le ferie. Nessun danno per nessuno. Nessun favoreggiamento possibile. Avesse, che so io, cambiato i voti, sostituito i testi degli esami, invece niente, si è limitato a combinare un gran casino con gli archivi del personale.

– Sì. Non sembra avere senso. A meno che non siano stati manomessi anche altri dati.

– Ma allora perché alzare tutto questo polverone con le presenze e i turni per le ferie? Mi sembra un sistema perfetto per attirare l’attenzione piuttosto che distoglierla.

– Infatti se un hacker avesse voluto effettuare un sabotaggio, si sarebbe sincerato di mantenere segreta la sua intrusione.

– Mentre invece i registri delle presenze di sicuro saltano all’occhio con una immediatezza allarmante.

– Infatti. È proprio questo che non ha senso. Sembra quasi che abbia voluto attirare l’attenzione, piuttosto che agire nell’ombra.

– E negli altri casi?

– Stessa identica cosa. Nessun filo logico apparente. Agli uffici della Regione è penetrato negli archivi della sezione acquisti modificando le quantità degli ordinativi della cancelleria. 1.000 pezzi di ogni articolo invece dei 100 abituali. Il fornitore si è insospettito subito, e con una telefonata si è chiarito tutto ancora prima che si caricassero sul camion 1.000 bancali di carta igienica invece dei soliti 100.

– Carta igienica? Vuoi dire che tra tutti gli articoli di cancelleria questo buontempone è andato a sabotare proprio gli ordinativi della carta igienica?

– Esattamente. E anche qui nessun altro danno è stato arrecato. Sembra quasi che abbia semplicemente voluto provare che se voleva poteva farlo.

– Un gesto dimostrativo?

– Così pare, ma non vedo lo scopo. Guarda anche qui al Circolo del Golf. Ha violato un sistema informatico all’avanguardia solo per modificare i turni delle lezioni. Nessun danno apparente, se non che dieci ricconi, improvvisamente, si sono trovati inseriti per la stessa lezione alla stessa ora con lo stesso maestro. Qualche minuto di sconcerto e poi sono finiti tutti a farsi un aperitivo e a concludere affari come prima sugli sgabelli del club.

– Allora non resta che andare alla fonte per chiedere a questo buontempone che caspita voleva dimostrare.

– In che senso scusami, vuoi dire che il tuo raffinatissimo sistema di intelligence ha scoperto chi è?

– Precisamente. Solo che è minorenne e non lo possiamo incriminare e se è per questo nemmeno estradare.

– Come sarebbe a dire estradare? Dove diavolo sta?

– I nostri analisti dicono che opera da un computer collocato a Shinjuku, uno dei quartieri più popolati di Tōkyō.