Il suo romanzo ha una trama complessa, riesce a tessere tanti fili che si ricomporranno nel finale tracciando l’ affresco di trenta anni di vita italiana. Quali sono i motivi di questa scelta narrativa così ampia?

Volevo raccontare l’Italia degli ultimi 30 anni e ho scelto un noir il cui protagonista invecchia proprio come l’Italia: giovane, sfrontato, esuberante ed ottimista a inizio anni 80, cupo, preoccupato, spento e vecchio negli anni 2000. Solo che a lui capita il colpo di gong drammatico che lo costringe ad affrontare la realtà. All’Italia non è ancora successo.

Altra caratteristica che colpisce in “Tu sei il male” è la profondità di tutti i personaggi, anche dei minori. Sono infatti rappresentate le loro zone d’ombra, i fantasmi che li accompagnano, I suoi personaggi, almeno quelli principali, hanno la funzione narrativa di rappresentare la realtà italiana di un determinato periodo?

In un bel thriller non basta una trama ben articolata con la sfida intellettuale al lettore ad indovinare l’assassino, come in Agatha Christie. Il lettore vuole emozioni forti, e quelle le possono solo dare i personaggi, in Tu sei il Male sono tutti sia buoni che cattivi, a cominciare dal serial killer e dal commissario Balistreri.

Quello che affascina di alcuni personaggi-chiave, il commissario Balestrieri e la giornalista Nardi, è il mistero che li avvolge, che si intuisce scaturire da un episodio impossibile da dimenticare. E’ presente il tema della colpa collegato a quello di responsabilità individuale. Sono entrambi simboli?

Il peccato, la colpa e il pentimento sono alla base della religione cattolica che il Balistreri giovane detesta. Eppure, di fronte al rimorso per i guai combinati, con gli anni si rifugia nell’idea che sarà il Giudizio Universale a punire l’assassino che in 25 anni non è riuscito a trovare. Sino a che arriva Linda Nardi, mezza fata e mezza Nietzsche e lo riporta alla vita trascinandolo per le viscere, non per l’intelletto, in una lotta totale col Male.

“Tu sei il male” è il primo romanzo di una trilogia. Perché questa scelta narrativa già in partenza? Sono già pronti?

Perché questo giallo si chiude con la scoperta dell’assassino, ma nulla si sa del tumultuoso passato di Michele Balistreri e del suo futuro rapporto con Linda. Sì, la trama completa della trilogia è scritta da tempo.

Una domanda tecnica: il racconto delle varie fasi delle indagini, la costruzione dei dialoghi degli interrogatori dei poliziotti, i rapporti oscuri e malati fra “poteri forti” denotano una profonda conoscenza delle tecniche d’indagine. Come si è documentato?

Sono ingegnere e analitico per natura. Mi sono letto i rapporti pubblici sui casi a cui il libro si ispira (omicidio di via Poma, uccisione della signora Reggiani da parte di un ROM).

Per scrivere il secondo ho fatto una lunghissima visita ai RIS di Roma e mi documento su tutto.

Cosa deve raccontare, secondo lei, il giallo/noir dei nostri giorni?

La realtà, le persone, perché solo la realtà dà emozione. Leggo tanti gialli con ottime trame, ma potrebbero essere anche ambientati sulla luna, non danno emozione. In Tu sei il Male il lettore sale con Balistreri sulle montagne russe al buio in una corsa senza fiato. E quando scende, beh, qualcosa di sicuro ha provato!

Quanto ha inciso il lavoro degli editor sul manoscritto originale?

Molto sulla limatura dello stile, nulla sui personaggi e sulla trama.

Quando presume uscirà il secondo volume?

Dipende da una serie di cose. Essendo stati opzionati i diritti cinematografici, l’uscita del secondo dipenderà da vari fattori.

Grazie. Ci risentiremo in occasione dell’uscito del secondo volume delle trilogia.