Quando si gioca con le identità un film finisce spesso per assomigliare a molti altri che l’hanno preceduto: ma non quando una sceneggiatura è scritta con cura e segue gli ottimi spunti di un buon romanzo.

Unknown è un film “in crescendo”. Quando il dottor Martin Harris arriva a Berlino, perde i documenti e subisce un incidente automobilistico, lo spettatore non ha una buona impressione: è un thriller o un film sulla jella?

Quando Martin scopre che sua moglie non lo riconosce più e che addirittura un altro uomo porta il suo nome, ed anzi ogni briciolo della sua identità viene annullato, lo spettatore ha tanti di quei déjà vu che è tentato di premere il tasto del telecomando per andare “avanti veloce” e gustarsi solo le (ottime) scene d’azione.

Ma poi la sceneggiatura gioca gli assi che un buon romanzo gli fornisce, e il film acquista tutto un altro sapore: le parti scontate non sembrano più così scontate ed anche i personaggi - a prima vista banali e privi di spessore - si riscoprono molto più “saporiti”.

Liam Neeson si dimostra una volta di più all’altezza di un ruolo spinoso: il suo personaggio vive forti emozioni e si dimostra molto più sfaccettato di quanto si possa credere. L’attore irlandese si muove con disinvoltura ed è credibile fino in fondo.

Oltre ad un eccezionale Bruno Ganz e all’evergreen Frank Langella, il film può contare su un troppo sottovalutato Aidan Quinn, attore eccezionale e poliedrico a cui una lunga e sudata gavetta non ha ancora purtroppo donato il successo che merita.

Il film è tratto dal romanzo Hors de moi (2003) - edito nel mondo anglofono con il titolo Out of My Head - dello scrittore nizzardo Didier van Cauwelaert. Il libro era già arrivato in Italia, tradotto da Paolo Nannini, con il titolo Fuori di me (Corbaccio 2004), ma in occasione dell’uscita del film è stato ristampato - con la stessa traduzione - come Unknown (Dalai 2011).

Gli sceneggiatori Oliver Butcher e Stephen Cornwell - entrambi con poca esperienza e soprattutto televisiva - creano uno script che in realtà diventa apprezzabile solo dalla metà del film in poi: di questi tempi, però, è meglio una buona metà film che un’inetta interezza!

Una curiosità. Oliver Butcher nel 2009 aveva già trattato il tema del furto di identità scrivendo la sceneggiatura originale del film televisivo La mia vera identità (Do You Know Me), in cui la giovane protagonista scopre una propria foto in una segnalazione di bambini scomparsi (curioso, lo stesso incipit dell’imminente blockbuster Abduction!) e realizza pian piano che non è chi i genitori le hanno detto di essere.

Il regista di Barcellona Jaume Collet-Serra non ha avuto un esordio promettente: La maschera di cera (House of Wax, 2005) non può far parlare di sé se non per la presenza in un ruolo dell’ereditiera Paris Hilton. Orphan nel 2009 era difettoso nella sceneggiatura ma non nella regia, ed ora questo Unknown dimostra che Collet-Serra sta crescendo in fretta e promette grandi cose.

Il film è in vendita dal 20 luglio scorso sia in DVD che in Blu-ray, e questo mese è presente anche nelle edicole.

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