Eccoci arrivati al cinquantesimo numero di questa rubrica: una vetta ragguardevole visto che si parla di libri inesistenti. Il numero degli pseudobiblia non è quantificabile, e non basterebbe forse la stessa Biblioteca di Babele a contenerli, ma questa rubrica si è prefissa l’obiettivo di presentarne il più possibile, e soprattutto i migliori.

Per questo si è deciso di festeggiare il cinquantesimo articolo con un’iniziativa atipica: chi sta scrivendo si mette in disparte e lascia la parola ad un ghiotto elenco di pseudobiblia, le cui descrizioni sono tra le più affascinanti del mondo dei “libri falsi” e che non sfigurerebbero in un racconto di Borges né in una recensione di Stanisław Lem. Stiamo parlando dei Libri di Prospero, la geniale intuizione del regista visionario Peter Greenaway che, nel 1991, creò per il film “L’ultima tempesta” (Prospero’s Books), pantagruelico rimaneggiamento de “La tempesta” (1611) di William Shakespeare, compensando ciò che è stato tolto con aggiunte di altissimo valore.

Dalla versione italiana di questo film provengono le descrizioni che qui di seguito presentano al lettore alcuni fra i più stuzzicanti pseudobiblia di sempre: il titolo è in lingua originale per rimanere fedele all’edizione italiana del film, ma riteniamo la traduzione abbastanza intuitiva e comunque non necessaria. Quello che conta è la geniale inventività descrittiva che accompagna questi libri.

Vi lascio quindi al cospetto dei Libri di Prospero, quei testi cioè con cui il personaggio shakespeariano (nell’immaginazione di Greenaway) circondò il suo solitario ritiro dal mondo umano. «Sapendo quanto cari mi fossero i miei libri, - racconta Prospero nella “Tempesta” - mi riportò dalla mia biblioteca un certo numero di quei volumi che per me valgono più del ducato» (traduzione di Goffredo Raponi): con questa citazione si apre “L’ultima Tempesta”, uno dei più film più pseudobiblicamente geniali di sempre.

A Book of Water - Il libro dell’acqua è un libro coperto d’incerato, discolorato dalla lunga consuetudine con l’acqua. È pieno di disegni d’indagine e di testi esplorativi tracciati su fogli di vario spessore. Vi sono in essi disegni raffiguranti ogni concepibile concetto connesso con l’acqua: mari, tempeste, correnti, canali, naufragi, inondazioni, e lacrime. Voltandone le pagine si producono onde tremolanti ed obliqui temporali, fiumi e cataratte scorrono e ribollono, progetti di macchine idrauliche e mappe di previsione del tempo vibrano di frecce, simboli e agitati diagrammi. I disegni sono tutti della stessa mano, raccolti in volume dal re di Francia ad Amboise in un volume acquisito poi dal ducato di Milano, onde donarlo a Prospero come dono di nozze.

 

A Book of Mirrors - Il libro degli specchi, rilegato in broccato d’oro, consta di un’ottantina di pagine tutte riflettenti. Qualcuna è composta di lastre argentate, altre sono coperte di un sottile strato di mercurio che

Peter Greenaway
Peter Greenaway
scorre via dalla pagina che non sia trattata con cautela. Alcuni specchi riflettono semplicemente il lettore, altri il lettore come egli sarà ad un anno da quel momento oppure come egli sarebbe se fosse un bambino, un mostro o un angelo.

A Memoria Technica called “Architecture” and “Other Music” - Quando s’aprono le pagine di questo libro, facciate e prospettive balzano fuori a tutto tondo. Vi sono modellini di vari edifici, costantemente oscurati dall’ombra di nuvole passeggere. Brillano le luci di notturne vedute urbane e s’ode musica dall’interno di saloni e torri.

An Alphabetical Inventory of the Death - Questo è un volume funebre: contiene i nomi di tutti i morti che hanno vissuto sulla terra. Il primo nome è Adamo, e l’ultimo è Susanna, la moglie di Prospero.

The Book of Colours - Questo è un grosso tomo rilegato in seta cangiante. Le sue trecento pagine coprono lo spettro cromatico in tutte le sue fini sfumature, partendo dal nero per ritornare al nero.

A Harsh Book of Geometry - Questo è un grosso tomo in cuoio marrone punteggiato di cifre dorate. Le pagine balenano di decimali logaritmici, gli angoli sono misurati per mezzo di pendoli sottili come aghi e attivati da piccoli magneti.

An Atlas belonging to Orpheus - Questo atlante è pieno di mappe dell’inferno. Servì ad Orfeo per il suo viaggio agli Inferi in cerca di Euridice: per questo le mappe sono bruciate, macchiate e annerite dal fuoco dell’Inferno, e segante dai denti di Cerbero.

Vesalius lost “Anatomy of Birth” - Vesalio [Andreas van Wesel, 1514-1564] compilò il primo autorevole trattato di anatomia: è stupefacente per dettagli e macabro per l’insistenza su di essi. Questa “Anatomia del parto”, un secondo volume, è ancor più impressionante ed eretico: si concentra sui misteri della nascita; è pieno di disegni descrittivi sul funzionamento del corpo umano; disegni che, ad apertura di libro, si muovono, pulsano e sanguinano. È un libro proibito che mette in discussione i non necessari processi dell’invecchiamento, lamenta gli sprechi derivanti dalla procreazione, condanna i dolori e le ansietà del parto. In sostanza mette in discussione l’efficienza di Dio.

 

A Book of Universal Cosmologies - Il libro della cosmologia universale ha l’intento di collocare tutti i fenomeni dell’universo in un unico sistema. È pieno di figure geometriche ben ordinate, di anelli concentrici e complicate cicloidi, di tabelle e liste disposte a spirale, di cataloghi

Locandina italiana del film
Locandina italiana del film
sistemati su uno stilizzato corpo umano, in un universo strutturato nel quale tutte le cose hanno un loro posto assegnato e l’obbligo di essere fruttifere.

Book of the Earth - Grosso tomo ricoperto in tessuto militare color cachi, le cui pagine sono impregnate dei minerali, degli acidi, degli alcali, delle resine, dei balsami e degli afrodisiaci della terra.

“End Plants” - Questo è l’erbario degli erbari. Le pagine sono imbottite di piante e fiori pressati e disseccati, di coralli ed erbe marine. È come un favo, un alveare, un giardino e un’arca per insetti. È l’enciclopedia dei pollini, degli aromi e delle sostanze organiche.

The Book of Love - Questo volume è profumato, ed ha per segnalibri delle treccine di nastro scarlatto. Di certo, si trova nel libro l’immagine di un uomo nudo e di una donna nuda: tutto il resto è congettura.

A Book of Utopias - Questo è il libro delle società ideali: ogni tipo di comunità politica e sociale, conosciuto o immaginario che sia, vi è descritto e valutato, dando così modo al lettore di scegliere il più consono al proprio ideale utopico.

“Love of Ruins” - Questo è un manuale per l’archeologo, un inventario del mondo antico per l’umanista rinascimentale, pieno di mappe e di segni dei siti archeologici di tutto il mondo. Un volume essenziale per lo storico avveduto, il quale sa che nulla è eterno.

The Autobiographies of Semiramis and Pasiphae - Le illustrazioni di questo libro insudiciato dalle ditate lasciano ben pochi dubbi sul suo contenuto.

A Book of Motion - Questo libro saltella sulla mensola dello scaffale, e siccome è sempre pronto a spalancarsi di sua iniziativa dev’essere tenuto a freno con un fermacarte d’ottone. Si descrive in esso come l’occhio cambia forma quando guarda le grandi distanze e come il ridere cambia il viso. Vi si spiega inoltre come le idee si inseguano a vicenda nella memoria e dove finisce un pensiero quando non serve più. Vi sono infine codificate e spiegate in disegni animati tutti i possibili movimenti e posizioni di danza del corpo umano.

The Book of Mythologies - Questo è un grosso volume, è rilegato in una vivace stoffa gialla che una volta lucidata splende come l’ottone. È un compendio di mitologie, con tutte le loro varianti e narrazioni diversificate. Cicli di racconti intrecciati di dèi e di uomini di tutto il mondo conosciuto, dal gelido Nord ai deserti dell’Africa, con letture esplicative ed interpretazioni simboliche.

Per completare l’opera, ecco un video che propone una scelta dei Libri di Prospero così come appaiono nel film in questione, il tutto accompagnato dal tema musicale di Michael Nyman.

www.vimeo.com/15682730

Se ho peccato di superbia nell’esaltare il raggiungimento del cinquantesimo articolo, chiedo il perdono dei lettori con le parole con cui Shakespeare, attraverso la bocca di Prospero, chiude la sua “Tempesta”. «E se a voi piace d’esser perdonati dei peccati, dall’indulgenza vostra fate ch’io venga assolto anch’io dei miei.»