Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente 

Il luogo del delitto è una postazione infilata con precisione millimetrica tra la libreria e la parete, in un appartamento che curiosamente rimpicciolisce di anno in anno (sarà perché le mie due figlie crescono?). Ha l'aspetto di una vera scena del crimine, con le armi del delitto (schemi, mappe, evidenziatori, quaderni) disposte in un modo che rispecchia la mia mente: un palazzo-pandemonio, schematico e intuitivo insieme, con spericolati collegamenti tra materie, temi, discipline. Filo da torcere per i peggiori profiler di Caracas, insomma.

Come scegli le tue vittime, e i tuoi assassini? 

I miei personaggi prediletti sono quelli che lottano contro poteri più grandi di loro, spesso sbagliando, ma assumendosi la responsabilità di vivere e di scegliere. Quando elaboro una storia, spesso è dal loro profilo che scaturisce l'intreccio. Mi lascio ispirare da chi incontro e da ciò che vedo, che con un certo gusto per la provocazione mi diverto a complicare e sovvertire con l'immaginazione. Oppure, mi ispiro a personaggi di fiction che esistono già: proseguo le loro "avventure", e gradualmente costruisco scenari e caratteri nuovi… ho iniziato a scrivere facendo così, da bambina, e anche se con l'esperienza i metodi sono cambiati, questo primo "crimine" è sempre un porto sicuro.

Qual é il tuo modus operandi? 

In trent'anni di pratica di scrittura quasi ininterrotta, ho finito per elaborare un metodo, che ho spiegato a sommi capi nel "Manuale di scrittura di fantascienza" (pubblicato nel 2019 da Odoya e scritto a quattro mani con Franco Ricciardiello). Il principio di base è quello di procedere per fasi, senza mescolare diversi momenti creativi: questo aiuta a scrivere con più facilità. È un metodo che funziona così bene che ho iniziato a violarlo, per capire se ne esistono di migliori… sono proprio incallita!

Chi sono i tuoi complici? 

La mia compagna di merende è Elena Di Fazio: Elena è la mia più cara amica fin dai tempi del ginnasio, più che una beta reader un'inquirente. Con lei ho fondato Studio83 – Servizi Letterari, l'agenzia di servizi che abbiamo aperto nel 2007 per aiutare autori e autrici esordienti e indipendenti, in un'epoca in cui il self publishing praticamente non esisteva e chi amava scrivere era molto più sola/solo di oggi. Oltre a lei, un manipolo di fiancheggiatori mi sostiene e ogni tanto mi legge, aiutandomi a migliorare le strategie crim… compositive.

Che rapporti hai con i tuoi lettori e le tue lettrici? Avanti, parla! 

Sostanzialmente ottimo: nessuno mi ha mai cercata per lamentarsi! Anzi, qualche recensione positiva i miei titoli l'hanno ottenuta tutti, quindi proprio non mi lamento. Con alcune e alcuni, poi, ci sono legami più stretti: fare parte di una piccola comunità ha il vantaggio di avere interlocutrici e interlocutori sensibili e di lungo corso, i percorsi di lettura e scrittura si incrociano, nascono inedite associazioni a delin… a scrivere!

Che messaggio vuoi dare con le tue opere? 

Un messaggio di speranza, e insieme non pacificato. Nelle mie storie cerco sempre di intrecciare l'immaginazione con la realtà, l'intrattenimento con riflessioni relative alla nostra società e ai suoi difetti (in particolare quando scrivo fantascienza) oppure relative alla natura umana e alle relazioni di potere tra le persone (quando scrivo storico e romance). Un messaggio tra i più importanti è: si può resistere e a volte si deve. Resistere alla prepotenza, resistere a "come va il mondo", anche a costo di violare la legge, che a volte è un mero strumento del potere. Dobbiamo obbedienza a qualcosa di più vero e durevole, che risiede nella nostra coscienza. E sappiamo bene che, a volte, quest'idea è considerata più pericolosa di una rapina in banca…