Dove sei quando scrivi? Sia fisicamente che mentalmente

Fisicamente in varie stanze di casa mia, in ciascuna di esse (salotto, cucina, camera da letto) vi è una postazione delegata alla scrittura. 

Mentalmente sono nella Roma notturna della Dolce Vita, tra paparazzi e dive scollatissime, attori che fingono di menarsi davanti ai fotografi, intellettuali e nobili sfaccendati che guardano il viavai di questa stramba e ululante umanità. In questo scenario si aggirano però anche killer e scienziati pazzi, agenti segreti in maschere e tute aliene e sensitive dotate di poteri Esp.

Mi basta però premere un tasto del mio telecomando psichico ed eccomi a New York, al seguito di detective robot e super-eroi che combattono mostri mutanti in cima all’Empire State Building. Od anche nella Swinging London degli Anni 60, dove la magia e la stregoneria sono pratiche consolidate ed assai pericolose nelle mani sbagliate. O sulla Luna, in una Base segreta gestita da umani e da una razza extraterrestre loro alleata, creata per vigilare sulla sicurezza del nostro pianeta da eventuali aggressioni da altri mondi.

Come scegli le tue vittime, e i tuoi assassini?

Al momento mi trovo alle prese col mio progetto tra letteratura e fumetti intitolato “Vintageverse”, un Mondo Parallelo ambientato nel secolo scorso ed abitato da Mostri e Supereroi (sto curando una prima antologia di racconti illustrati per Ali Ribelli Edizioni). 

Più che vittime e assassini, in questo caso parlerei quindi di Eroi e Criminali, che seleziono da innumerevoli richiami alla cultura pop del passato. Vi sono personaggi ispirati ai primi film di James Bond (Steve Van Drake, nome in codice Argos 7), al Cinema Peplum made in Italy (dottor Maciste), ai primi fumetti Marvel e alle serie tv inglesi come “The Avengers-Agente Speciale” (Peter Alahzred, lo stregone di Londra) e così via. 

Idem per i “cattivi”, ispirati ai fumetti neri alla Diabolik (Maniax l’Assassino Fantasma) o a quelli della Marvel/DC Comics (Ka’n il Distruttore di Shamballah) o alle pellicole horror con Christopher Lee (La Dolce Vita di Dracula) o ai primi film di 007 e agli spionistici all’italiana Anni 60 (Fosco Von Griffith, il Boss Oscuro di Cinecittà)

Qual é il tuo modus operandi?

Tantissimi anni, trascorsi ad occuparmi di cultura pop a 360 gradi, hanno costruito nella mia mente un immenso Palazzo della Memoria, con tonnellate di appunti disseminati tra quaderni e file per computer, a cui attingo continuamente per elaborare le mie storie

Chi sono i tuoi complici?

Altri amici, scrittori ed illustratori, affetti dalla medesima “nostalgia canaglia”.

Che rapporti hai con i tuoi lettori e le tue lettrici? Avanti, parla!

Più che cordiali direi. Non faccio che ringraziarli per il tempo che spendono a seguire le mie attività.

Che messaggio vuoi dare con le tue opere?

“Volli, sempre volli, fortissimamente volli”