I Buoni Cugini Editori di Ivo Tiberio Ginevra è un'avventura editoriale molto particolare. Una nuova casa editrice con una mission coraggiosa: recuperare alcuni scrittori dimenticati oppure le opere minori di grandi scrittori e, nello specifico di questo primo passo, editare opere del grande Luigi Natoli, romanzi accompagnati dalle illustrazioni di Niccolò Pizzorno. L'idea nasce per l'amore nei confronti di libri dimenticati, ed il primo grande autore catalogato nella cosiddetta "letteratura dimenticata" è Luigi Natoli. "Alla guerra!" è un'opera  mai pubblicata in libro, oppure in fascicoli rilegati, che apparve per la prima e unica volta in appendice alle pagine del Giornale di Sicilia circa un secolo fa. Ma cosa colpisce l'editore per decidere di dedicare ampio spazio a un autore del passato?

Come scrive lo stesso Ivo Tiberio Ginevra, sul sito www.ibuonicuginieditori.it/:

"Luigi Natoli scrive un romanzo dal respiro universale che

inaspettatamente non narra della sua amata Sicilia (luogo di ambientazione di tutte le sue opere), ma di una Francia aggredita, mutilata e orgogliosa che respinge l'avanzata tedesca con eroismo e spirito di sacrificio, aggrappata ai valori intramontabili della Patria, della Famiglia e dell'Amore".

L'ho intervistato per capire un po' di più sia su Luigi Natoli che su i presupposti di questa bella iniziativa, per la quale auspico un grande successo. 

Chi era Luigi Natoli?

Era un grande Mazziniano e repubblicano. Nella sua vasta, quasi sterminata produzione di romanzi storici ambientati generalmente in Sicilia e in tutte le epoche, ha scritto tre opere a tema risorgimentale che noi proponiamo in questo unico volume. Riletti oggi, hanno il potere di rinverdire il nostro amore patrio facendoci sentire italiani, ricordandoci il nostro criterio di appartenenza, e tutti i sacrifici che i nostri progenitori hanno fatto per darci questa Italia. E anche se oggi viviamo un momento particolarmente delicato niente ci deve far trascurare il bene più prezioso che abbiamo: La libertà.

Dei suoi libri circolano molte edizioni manipolate, cioè pubblicate dopo la sua morte che messe a confronto con le stesse redatte dallo scrittore mentre era in vita hanno profonde differenze, addirittura anche nel titolo. Se ci sono manipolazioni nel titolo, figurati nell'interno.

Cosa trovate interessante, nei personaggi di Natoli?

Tutti i personaggi creati da Luigi Natoli, si fissano per sempre nella memoria del lettore e si fanno amare. E da oggi oltre ai già noti Bertuchello, Blasco da Castiglione, Calvello, sarà altrettanto impossibile dimenticare e non amare Elio, l’eroe siculo della seconda guerra servile de Gli schiavi, o Galvano di Valverde personaggio centrale de Il Capitan Terrore, o Giovannello Chiaramonte protagonista de Il paggio della Regina Bianca, o Ferrazzano il comico palermitano del 1775 fra storia e leggenda, e così anche Don Calcedonio il puparo di Fioravante e Rizzeri

La gestazione del progetto: quando e come avete deciso?

Sulla gestazione del progetto posso dirti che io e Anna (moglie e socia in quest’avventura) abbiamo avuto da sempre un debole per Luigi Natoli e le sue opere. Il fatto che in commercio si trovassero solo alcuni romanzi in proporzione alla sua sterminata produzione ci ha stimolati a una ricerca che negli anni si è conclusa ricostruendo tutta la sua opera di scrittore e storiografo. Poi rileggendo e confrontando i romanzi nelle varie edizioni, ci siamo accorti di alcune differenze, a volte anche notevoli gravanti nello stile dell’autore. Addirittura abbiamo anche scoperto che uno di questi romanzi, indubbiamente fra i suoi migliori, Fioravante e Rizzeri era dato dalla biografia ufficiale come “ricostruito ed edito postumo” quando invece era stato pubblicato dallo stesso Natoli in appendice del Giornale di Sicilia e proprio quando l’autore, era in vita. Addirittura lo stesso scrive anche una prefazione nel Giornale. E dirò di più. Luigi Natoli era pure uno scrittore molto preciso e scrupoloso e più volte nel corso di questa pubblicazione era intervenuto per apportare correzioni sugli errori di stampa, a partire da quelle sul titolo “Rizzieri” o “Rizieri” al posto di “Rizzeri” (tutto questo è ovviamente documentabile). Quest’opera, confrontata con quella postuma edita dalla casa editrice “La Madonnina” manifesta pienamente il genio di Natoli e di contro getta ombre su tutte quelle pubblicate dopo la morte dello scrittore sempre a cura de “La Madonnina”. Ecco, fino a quel momento non c’era alcuna intenzione di fare una casa editrice. Contattavamo soltanto Editori per cercare di far ripubblicare queste opere, ma davanti ai loro rifiuti a volte anche sgarbati, davanti a editori con coda di Minosse o con atteggiamenti da “Gatto e la Volpe”, ci sono girati i cabbasisi e abbiamo deciso di fare per conto nostro, speriamo sotto il lume tutelare dello stesso Natoli.

Siete stati coraggiosi a non farvi abbattere dal momento di crisi (crisi che si riversa anche e soprattutto sull'editoria): è la passione che vi muove?

Marilù io credo che noi non siamo coraggiosi e neanche passionari; abbiamo solo una dose notevole d’incoscienza perché investire in questo momento storico italiano nell’editoria è una roba da pazzi, ma abbiamo una missione da compiere: dare il piacere di una buona lettura, meglio se recuperata dall’oblio degli scrittori dimenticati o da alcune opere volgarmente chiamate “minori” di scrittori anche noti. E poi ci siamo accorti che ci sono anche tanti scrittori viventi che hanno pubblicato capolavori che ora si trovano ignominiosamente fuori catalogo perché inghiottiti dagli ingordi scaffali dei supermercati. Quindi, che sia letteratura antica o moderna, a noi poco importa, il principio è restituire alla collettività i buoni libri “dimenticati”. Fare godere i lettori di buone letture proprio così come capita a me e mia moglie quando finiamo di divorare un libro meraviglioso.

Come siete approdati qui, dal vostro background professionale?

Sul mio background ti dico che nasco come giurista e che dopo anni di professione mi sono accorto di essere diventato arido come le norme di un codice. Per evitare l’isecchimento (ma solo metaforico perché la panza non mi ha abbandonato mai) mi sono dedicato alla scrittura di qualche gialletto o piccoli thriller, ma solo e sempre la lettura mi ha dato quel piacere di sentirmi vivo, e allora dopo l’ennesima riforma di una legge o dell’immancabile d.p.r. ho deciso di fare quello che mi è sempre piaciuto; tanto in questa vita siamo tutti di passaggio, e così, almeno lascio il piacere che mi ha procurato una bella lettura. Stesso discorso per mia moglie-socia, ma con la sola differenza che lei faceva la contabile, il ché forse è ancora peggio.