Era il maggio del 1963 quando appariva per la prima volta nelle edicole americane un personaggio destinato ad incarnare lo spirito più profondo di un intero Paese: la testata a lui dedicata si intitolava Sgt. Fury and his Howling Commandos. «Ha il carattere d’acciaio, è un combattente dai muscoli di ferro e il suo prossimo fa di tutto per non sfidare la sua ira! Lui ne è consapevole! Si dice che abbia un cuore, ma nessuno finora l’ha potuto trovare!»

Ideato da Stan Lee, i tratti tesi e guizzanti del personaggio gli vengono regalati dal celebre Jack Kirby, che ne fa un classico sergente di ferro, cigar-chomping (mastica-sigaro), ruvido ma giusto, grezzo ma accorato. È a capo dei «prodi commandos, col ghigno sul viso, sprezzanti del pericolo, felici di combattere»: con questo linguaggio un tantino retorico (ma perfetto per i tempi) e spumeggiante vengono presentate le imprese dei “sette ruggenti commandos”.

Al grido di «#Nessuno vive per sempre! Seguitemi: abbiamo una guerra da vincere!» inizia una collana lunga diciotto anni che riscuote enorme successo, tranne in Italia dove nel 1966 appaiono solamente i primi 13 numeri dei 167 originali.

            

Dalla testata Il sergente Fury e i suoi commandos sono passati cinquant’anni e il mondo è cambiato tante volte e profondamente. Nick Fury incarna lo spirito americano - o almeno quello che gli americani pensano sia il proprio spirito! - così è stato costretto a cambiare con l’andar del tempo: da action man con sigaro in bocca divisa strappata sul finire degli anni Sessanta deve sottostare alle mode alla James Bond e diventa agente segreto vestito con giacca e cravatta... e appare la benda sull’occhio! (Le azioni che porteranno alla ferita all’occhio verranno raccontate nella serie del 2006 Fury: Peacemaker, arrivato in Italia nel 2011 nella collana 100% Marvel.)

In un’America destabilizzata da presidenti che vengono uccisi e da complotti e guerre intestine, la sensazione che il nemico sia dentro casa è forte: così non solo l’organizzazione S.H.I.E.L.D. di cui Fury è a capo crolla per un tradimento interno, ma negli anni Ottanta il nostro Nick è costretto a combatterla. Passa il tempo e le mode, e ogni tanto Nick Fury riappare in qualche collana a dare un tocco di colore alle storie, con il suo sigaro e la sua benda sull’occhio. Finché il mondo cinematografico e la politically correctness non lo porterà... a cambiare colore di pelle!

           

Nick Fury è un eroe per tutte le stagioni, ma nell’anno del suo cinquantenario la Panini Comics porta in Italia un’opera che riporta il personaggio alle sue vere origini: il pulp bellico.

Fury Max 1. Guerre perdute, dal prossimo 7 marzo in fumetteria, raccoglie i primi sei numeri della serie Fury Max e presenta un Nick depresso che racconta eventi risalenti al 1954, storie di guerra e guerriglia, di uomini e di assassini. Una storia in perfetto stile pulp con tanto di femme fatale!

Alla sceneggiatura troviamo il mostro sacro Garth Ennis, mentre alle matite Goran Parlov. «Dall’Indocina alla Baia dei Porci di Cuba, - come recita la quarta di copertina - Fury è l’assoluto protagonista di queste “guerre perdute” della sua carriera, ben prima che diventasse direttore dello S.H.I.E.L.D

    

Fury Max 1. Guerre perdute di Garth Ennis e Goran Parlov (Panini Comics), 144 pagine, 17 x 26 cm, euro 13,00