Lo stile originalissimo di “Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, uno scritto intriso di slang dialettale giovanile, con punte da orologeria meccanica, ha suscitato l’attenzione dei lettori. Come ci sei arrivato? Hai semplicemente trasposto su pagina il parlato o hai creato un linguaggio ad hoc?

In parte ho ripreso elementi del “nostro” parlato - dal dialetto ai neologismi, dal macaroni english a determinati tic linguistici - ma l’operazione ha avuto un sapore ispirato direttamente a “Un’arancia a orologeria” di Anthony Burgess. Non è un caso che il protagonista - buonissimo - di Jack Frusciante si chiami come il perfido... Vecchio Alex. Dal mio punto di vista di allora, un omaggio e un annuncio in codice di ciò che si preparava dalle parti di Bastogne.

Ne “L’inattesa piega degli eventi” Lorenzo Pellegrini è un brillante cronista sportivo che, per un’inopportuna relazione amorosa, viene depennato dalla lista dei giornalisti accreditati per le Olimpiadi di Roma e retrocesso a un incarico in Africa Orientale. Sottolineando la causa che all’inizio muove il conflitto, un’inopportuna relazione amorosa, ti chiedo quanto l’amore mutilato (non completo/ non corrisposto/infelice) sia interessante in letteratura (Jack Frusciante docet)

I sentimenti dei personaggi sono ciò che li avvicina di più alle persone in carne ed ossa: se ben raccontati, “escono dalla pagina” più di qualsiasi descrizione fisica o meramente caratteriale. 

Ovvio allora - dall’Iliade in poi - che un legame spezzato, o mancato, costituisca un elemento narrativo potente.

Amore e amicizia sono ciò che ci lega agli altri: se la narrativa non si attenta a raccontarli, diventa una mediocre sceneggiatura televisiva.

“La Nostra guerra” (BaldiniCastoldiDalai, 2009) è il secondo volume della saga di Lorenzo Pellegrini, nonché tuo ultimo romanzo, prequel de “L’inattesa piega degli eventi”: la storia si svolge nel periodo dal 1942 al 1945, fra gli undici ai quattordici anni di Lorenzo. La vita quotidiana, la famiglia, l’amore e gli inciampi di ogni giorno sono incupiti dallo sfondo di una società in cui il totalitarismo si esprime, tra le altre cose, con il controllo assoluto sui mezzi di comunicazione. La letteratura può costituire un piccolo tassello nella formazione della memoria collettiva?

Contando che la televisione di Stato ha rinunciato a farlo dopo tanti anni, e che il cinema sa produrre di rado capolavori come "Il vento fa il suo giro", spero che la narrativa possa dare il suo diagonale contributo.

Un commento al tuo ultimo libro che ti ha colpito.

"Il verosimile vince sul vero", Renato Barilli, sull’ultimo numero de L’immaginazione.

“La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco” (Laterza, 2008) racconta la Bologna in cui tu e quelli della tua generazione siete cresciuti, gli anni «del disimpegno di massa, del rock, del calcio, quelli rabbiosi di Vita spericolata, sospesa fra Baudelaire, Boccaccio e il bar all'angolo. E poi gli anni della scrittura, quell'epoca inattesa in cui poteva capitare di tutto, mentre un'irripetibile Bologna cresceva e si consumava. Gaudente e un po' matrona». Vasco come si è espresso? Si è ritrovato nel ritratto della città?

Vasco si è trovato a essere un sostenitore naturale del progetto: l’anteprima nazionale del libro è apparsa sul suo sito ufficiale.

Il tema del viaggio, dell’altrove, è un ricorrente sia nei tuoi scritti, (Viaggio a piedi dall’Argentario al Conero”) che nei tuoi progetti: “Francigena XXI”, il progetto itinerante da te ideato, una squadra di camminatori, indipendenti da partiti e associazioni, dedita alla riscoperta di antichi itinerari che prima percorrete e di cui dopo scrivete. (tra i cammini:  HYPERLINK "http://www.francigena21.com/romajerusalem/index.html" (2008, 

http://www.francigena21.com/romajerusalem/index.html,  HYPERLINK "http://www.francigena21.com/ita/home.htm" (2006), o la traversata fondativa fra  HYPERLINK "http://www.enricobrizzi.it/nessunolosapra/viaggio/viaggio.htm" (2004). Ci racconti qualcosa in più su questo progetto?

Il progetto attualmente in piedi - ormai imminentissimo - si chiama ITALICA 150  - VIAGGIO A PIEDI DALLA VETTA D’ITALIA A CAPO PASSERO (www.italica150.org).

Molto semplicemente, ci riproponiamo di traversare l’Italia a piedi da Nord a Sud, per conoscere meglio il nostro Paese e toccare con mano se e quanto sia sentito il valore dell’Unità.

Dal viaggio nascerà un reportage e, mi auguro, un libro.

Lo so che è una domanda scontata ma vorrei chiederti se hai progetti immediati...

Il progetto che mi occupa in queste ore, insieme alla preparazione di ITALICA 150, è la collaborazione musicale con una band di amici bolognesi, Yu Guerra, dettata dallo sconcerto per quello che la nostra città - destinata a restare senza sindaco ancora a lungo - si trova a vivere.

Il 13 marzo, oltre a suonare dal vivo al Locomotiv club il nostro spettacolo "Dio salvi Bologna", presenteremo anche l’omonimo cd singolo, apripista dell’intero album che uscirà in autunno, dopo la lunga marcia.

Ci saluti con una citazione da“La Nostra guerra”?

Non mi piace citare i miei romanzi, vi saluterò con il ritornello nuovo di zecca di “Rialzati, Bologna", lato B del singolo: “Di chi si è battuto per il tuo futuro ci sono le foto di fianco al Nettuno. Di ladri, bugiardi, furbetti e maiali ci sono le foto su tutti i giornali”.