"La cura dei dettagli in un libro è un atto di attenzione, una sorta di amore, che costruisce comunità di lettori che restituiscono questa forza affettiva in senso inverso, sotto forma di altra fiducia e attenzione. L’essenzialità della riscrittura di Carver (che ironia della sorte in inglese vuol dire “incisore”) è stata per noi una lezione importante in questo senso, anche al di là della letteratura stessa."

Marilù Oliva ha intervistato per Thriller Magazine uno dei fondatori della casa editrice minimum fax, Daniele Di Gennaro.

Sei uno dei cofondatori (l’altro è Marco Cassini) della casa editrice minimum fax (www.minimumfax.com) che deve il nome al fatto che nel 1993, ancora in embrione, raggiungeva i suoi lettori sotto forma di rivista via fax. Ci racconti un aneddoto di quel periodo?

Un corso di scrittura, che si teneva in un pub romano  il pomeriggio. Conobbi il mio socio, che lo organizzava, e con lui scrittori veri, acclamati e aspiranti, tra i quali alcuni si sarebbero affermati di lì a pochi anni. Si creò un bel gruppo, e un facile accesso a materiali inediti, testimonianze, interviste. Da qui la voglia di fondare una rivista, ma eravamo senza un soldo, quindi nessuna possibilità di distribuzione né di sostenere costi tipografici. Era il Natale del ’92, il mio socio acquistò il primo Mc Powerbook, che aveva fra le sue funzioni il Fax manager, un programma che impaginava e sparava fax. Da qui la sua idea di distribuire per via telefonica su abbonamento i numeri della prima rivista via fax spediti sulle “rotative domestiche” degli abbonati.

L'intervista integrale in rubriche/8790

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