Il protagonista, Lorenzo Cerè, è uno psicopatico che ha un legame profondo e ossessivo con la Storia. La Storia è la musa dei suoi omicidi, è il riscatto da un’infanzia di solitudine e abusi. Lorenzo conosce gli uomini e i crimini, il sesso è l’unico lenitivo di un’esistenza che brucia per un passato che lo devasta ancora sotto forma di terribili mal di testa e altre nevrosi. Lorenzo è un omicida metodico, inflessibile, preciso. Ma non ha calcolato le eccezioni. E la più grande eccezione, la dottoressa Malaspina Marcella, lo aspetta in uno studio psichiatrico.

Questo è il romanzo d’esordio di un’insegnante di lettere di Bologna, Marilù Oliva (www.mariluoliva.net), che si occupa di ricerca storica, proviene dalla saggistica e dalla narrativa breve e che collabora per riviste letterarie e non, tra cui la nostra, Thriller Magazine, Milanonera e Bibliomanie.

La recensione di Alessandro Zannoni e Angelo Marenzana in libri/8715

Il booktrailer

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Le presentazioni saranno nelle seguenti date:

27 ottobre, ORE: 18.00. Libreria Feltrinelli di piazza di porta Ravegnana (sotto le due Torri), Bologna.

Relatori: Barbara Baraldi e Antonio Paolacci.

Recitazione di Alessandro Berselli e Marcella Buldini.

3 novembre, ORE: 21.00. Paguro Cafè di Reggio Emilia.

Relatrice: Eliselle

14 novembre. Piacenza, Libreria Fahrenheit, via Legnano, n. 16. ORE: 17.00. Marilù Oliva con Repetita, Cristina Zagaria con Perchè no? e Alessandro Berselli con Cattivo parteciperanno insieme, questo giorno, al progetto: “Scrittori socialmente utili”: i tre autori Perdisapop saranno in libreria, a partire dalle 17, a disposizione dei clienti. Si improvviseranno “commessi creativi” per consigli e suggerimenti.

Incipit di Repetita:

«Di sacro oggi mi è rimasta solo la passione per la Storia. C’è un legame oscuro e insolubile tra me e lei: io la cerco tutti i pomeriggi per riesumare le stesse disillusioni e lei si fa trovare per  ripetermi il supplizio. Sento di appartenerle come tutti i miserabili individui che hanno sfornato nei secoli i miliardi di donne morte di peste, di parto, di povertà. Mi porto addosso la crudeltà atavica che è stata del mio patrigno, di mio nonno, del mio bisnonno e, prima ancora, di tutti gli uomini che furono. E non è la crudeltà del peccato biblico ma la dipendenza dal male propria di ogni epoca. Non c’è limite all’orrido umano, questo è il più proficuo insegnamento della Storia.

Ora, io lo ammetto.

Non sono altro che la merda più merdosa di quest’umanità.

Ma sono una merda indignata.

L’unica cosa che potrebbe distinguermi rispetto alla maggior parte della massa è la consapevolezza e la rabbia.

La gente si adagia su cuscini di sopore, coperta da una coltre di accettazione e cecità. La gente dimentica. Sonnecchia coi tappi nelle orecchie e cammina con occhi bendati.

La gente sbatte contro i muri e fa finta di niente.

E la cosa più inquietante è che non perde la testa.»