Fabio Novel e Angelo Benuzzi hanno intervistato Simone Sarasso nella rubrica Spie nel mirino.

Nel 2006 un piccolo editore di Orbetello (Effequ), lanciava un romanzo d’esordio che (con spirito e stile attuali, a tratti fumettistici) riprendeva un’eredità narrativa lasciata in qualche modo in sospeso, ripartendo però non già dai fatidici Anni di Piombo, bensì dall’inizio degli anni 50: da una nazione segnata dagli strascichi del fascismo e della lotta partigiana, della guerra e di chi ne emerse vincitore, del nuovo ordine mondiale – e di conseguenza nazionale - che seguì il conflitto. La trama arrivava sino alla strage di Piazza Fontana e alla successiva morte di Giangiacomo Feltrinelli (o meglio, di un suo omologo nella fiction narrativa) Confine di stato, questo il titolo del romanzo in questione, costituiva l’opera prima di un giovane di Novara: Simone Sarasso. Il libro fu presto riproposto da Marsilio. E ad agosto il libro è approdato anche in edicola, come speciale estivo della collana Segretissimo.

Ecco un breve stralcio dell'intervista:

Qual è stata la molla che ti ha spinto a... passare il ”confine di stato”?

L’indignazione, senza dubbio. Centinaia di morti innocenti e centinaia di processi senza nessun colpevole dietro le sbarre: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Italicus, Strage di Bologna… i misteri italiani si assomigliano tutti: nessuna giustizia per le vittime. È  stata proprio la voglia di dare nome e volto a un colpevole (un colpevole qualunque, il colpevole assoluto) che mi ha spinto alla costruzione dell’universo della mia “Trilogia Sporca”.

L'intervista integrale in rubriche/8601