Ben Carson (Kiefer Sutherland), un ex poliziotto del NYPD messo a riposo dopo aver ucciso involontariamente un collega, accetta l’incarico di sorvegliante notturno dei magazzini Mayflower, andati distrutti in incendio. Tra le macerie però si annida qualcosa di inquietante…

 

Specchio specchio delle mie “trame”, chi è il remake del reame?

La rima, terribile, magari passerà, ma il remake del coreano Into the Mirror di Kim Sung-Ho che prende il nome di Riflessi di paura di Alexandre Aja (già alle prese con il remake de Le colline hanno gli occhi), no…

Colpa delle solite cose, tipo il giocare le carte migliori nel primo quarto d’ora per poi procedere alla meno peggio verso un finale che vorrebbe essere beffardo ma che suona invece come spocchioso.

Ampiamente prevedibile nelle premesse e nello sviluppo, il film si lascia osservare unicamente per il cambiamento di funzione dello specchio, da superficie destinata normalmente a riflettere, a superficie che accoglie, sotto forma di presenze maligne, le scorie psicologiche di chi, non per colpa sua, ha sofferto di disturbi psicologici, evento che implica come è ovvio la permeabilità della superficie stessa (chissà se veramente qualcuno ha tentato di curare la schizofrenia tramite le immagini riflesse…?).

Lodevole l’impegno di Kiefer Sutherland. Sparito dagli schermi da un po’ di tempo, ci crede fino in fondo al ruolo (parecchio scontato…), che gli hanno cucito addosso.