Isola deserta o no?

A me i Mallopponi mi stanno sulle scatole. Troppo pomposi, troppo boriosi, troppo presuntuosi. Sembra che ci siano loro e basta. L’ho già scritto e lo ripeto. Naturalmente mi tocca leggili che un voglio mi’a fa’ la figura d’un bischero ignorantone (staggese). Però quando trovo un Leggerissimo la bocca si apre spontaneamente al sorriso. Così è stato per Il bambino del faro di Carlo Lucarelli, Gremese 2008.

Il nostro Carlo deve essersi affezionato al tema dell’isola perché, dopo il bellissimo L’isola dell’angelo caduto, ha sfornato questo libriccino di novantacinque pagine, ambientato in una piccola isola sperduta fornita di un vecchio faro. E qui si apparta un giovane tutto preso dai problemi della vita. Insieme ai rumori del mare, dei gabbiani, del vento e del ronzio della lampada del faro. Naturalmente non manca una piccola bufera come è logico per un’isola che si rispetti. Ma è solo o c’è qualcuno come sembra da diversi indizi (il bastoncino di un ghiacciolo con il segno scheggiato di un morso, un granchio schiacciato e infine il nome Andrias inciso sulla corteccia di un albero) che lo mettono in allarme? Il solito dubbio quando si pensa di essere gli unici su un’isola all’apparenza deserta…

Ad un certo punto il racconto si interrompe, per “ricomparire” con il suo epilogo ufficiale solo alla fine del volume, lasciando il posto a dodici giovani aspiranti scrittori ognuno dei quali presenta il “suo” finale.

Idea interessante ed interessanti gli epiloghi proposti. Ah, dimenticavo! C'è pure una Anonima Società Mineraria che si interessa all'isola...

Il libretto è stato scritto per il concorso internazionale “Scrivi con me” nell’ambito della manifestazione della “Settimana della lingua italiana nel mondo”.

Buona lettura!