Il protagonista, Ishmael Kidder, è uno scrittore di romanzetti rosa firmati con pseudonimo femminile, divorziato, che deve affrontare la perdita della figlia undicenne, uccisa dopo essere stata violentata. Incapace di sopportare il dolore, Kidder rapisce e segrega nella sua cantina il maggiore indiziato e inizia a torturarlo. Tra le varie sevizie a cui lo sottopone spicca la "cura dell'acqua", una pratica che consiste nell'immobilizzare la vittima, incappucciarla e far colare acqua sul suo viso, in modo tale che abbia costantemente la sensazione di morire annegata.

La cura dell'acqua è una delle torture più utilizzate dai soldati e dai servizi segreti americani per far confessare le vittime e il romanzo è una lampante metafora sulla guerra preventiva e un esplicito atto d'accusa nei confronti dell'amministrazione Bush. La tortura, infatti, non lascia indenne nemmeno il torturatore e la riflessione profonda che anima la narrazione si basa proprio su questo doppio legame, un tema su cui si sono cimentati scrittori del calibro di Dürenmatt e Kafka.

Il libro è strutturato come un bloc-notes pieno di riflessioni su linguistica, morale, teoria della narrazione, amore, paternità, morte, vita. Ci sono i soliti dialoghi immaginari di Everett, stavolta tra Platone e Glaucone, tra il protagonista e Thomas Jefferson (che si fuma uno spinello esilarante) e via immaginando. Poi, giochi di parole, limerick macabri, indovinelli, citazioni da Lewis Carroll, frasi scritte al contrario, illustrazioni. La cifra stilistica di Everett. In alcuni momenti la nevrosi del protagonista sembra contagiare la scrittura spingendola a vertiginosi pastiche  linguistici degni del Finnegans Wake di Joyce. 

Nato nel 1956 a Fort Gordon, Georgia, docente di letteratura alla University of Southern California, diviso tra Wittgenstein e la falegnameria, tra la scrittura di alcuni dei più bei romanzi americani dell'ultimo decennio e l'allevamento dei cavalli nel ranch in cui vive, Percival Everett è tra i più talentuosi scrittori ed eccentrici personaggi delle lettere statunitensi.

Autore di quindici romanzi oltre che di numerosi racconti e poesie, ha conseguito alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti internazionali.