Ciao Gianfranco, e bentornato su ThrillerMagazine.

E' sempre un piacere!

Prima di concentrarci sul questo corposo volume di più di 500 trascinanti pagine, vorrei che ci parlassi della presenza degli autori italiani nelle collane da edicola della Mondadori, dove trovano sempre più spazi ma anche sempre più il giusto riconoscimento da parte del pubblico.

Il merito va sopratutto a Sergio Altieri, che ha creduto fermamente (e crede!) nelle nostre (e sue!) potenzialità. Da quando si occupa della triade (Giallo, Segretissimo e Urania) da edicola di Mondadori, la musica è davvero cambiata. Son stati già pubblicati moltissini italiani. E i risultati delle vendite hanno reso onore alle sue scelte e alle sue convinzioni. Sono gli uomini come lui che riescono davvero a cambiare le cose, smentendo i luoghi comuni e optando per il coraggio piuttosto che per la sicurezza del ritrito (che io, da bravo emiliano, credo che debba andare bene solo per il soffritto, per il resto no…) Così abbiamo potuto vedere ampliati e moltiplicati i serial della Legione straniera di Segretissimo, accanto ai vari confermati Stephen Gunn (Stefano di Marino), François Torrent (Andrea Carlo Cappi), Jo Lancaster Reno (un certo Nerozzi, eh!) l'aggiunta di romanzi firmati da italiani senza nemmeno usare lo pseudonimo. Vedi Danilo Arona, con un grande romanzo spy esoterico… Finis Terrae. Ma che dire di Dario Tonani su Urania con il suo straordinario Infecta… E poi adesso questo Cryfly trilogy del sottoscritto…

Cosa ci puoi dire di Cryfly trilogy?

Cry fly trilogy riunisce per la prima volta in un solo volume tre miei romanzi: L'urlo della mosca, Prima dell'urlo e Immagini collaterali. Pubblicati tutti e tre dalla casa editrice Addictions rispettivamente nel 1999, nel 2000 e nel 2001. Con l'aggiunta clamorosa di un racconto inedito: Ombra nel vuoto.

L'urlo della mosca è il primo romanzo che hai scritto, se ricordo bene…

Ricordi bene. Dopo aver terminato la mia carriera da musicista, nel lontano 1990, spinto da una sorta di impulso irrefrenabile, mi ritrovai a scrivere un romanzo dell'orrore che s'intitolava Esili voci di mosca con il quale partecipai al Premio Tolkien per la narrativa fantastica. Non vinsi, giustamente. Era un prodotto pieno di difetti e ingenuità, da assoluto esordiente. Gianfranco De Turris, che era il presidente della giuria, però, mi volle incontrare per fare quattro chiacchiere e mi diede molti consigli su come migliorare il testo. Pieno di entusiasmo, mi comprai un computer e mi misi sotto a riscrivere tutta la storia. Che divenne L'urlo della mosca. L'anno dopo partecipai di nuovo al Premio e vinsi a parimerito con un altro romanzo. Alla fine mi dovetti accontentare di un secondo posto, ma andava bene lo stesso. La mia avventura letteraria così aveva avuto inizio. Negli anni a venire poi, il romanzo venne conteso da un sacco di editori. Ma poi andava sempre a finire che per una ragione o per l'altra, la pubblicazione non andava mai a buon fine. Gli unici che ebbero il coraggio di farlo uscire furono gli scalmanati di Addictions. Fra i tanti editori di cui sopra, c'era stato anche Mondadori. Nel lontano 1999, l'uscita pareva ormai certa. Poi ci fu un cambio a livello redazionale e il nuovo editor si dichiarò contrario per i contenuti fortemente splatter del romanzo. Erano altri tempi e l'horror di marca nazionale era guardato con sospetto, si pensava ancora agli autori italiani come scrittori di serie B e solo il noir si stava faticosamente aprendo una strada tutta sua. Il fatto che adesso la mia opera possa finalmente uscire di nuovo in questo ambito editoriale, mi riempie di gioia, non solo per una questione prettamente personale.

Perché forse vuole dire che i tempi sono cambiati davvero, e sono diventati più maturi. Del resto a tutt'oggi ho pubblicato già quattordici romanzi di questo genere e la cosa dovrà pur significare qualcosa…

Prima dell'urlo è una raccolta di storie che raccontano ciò che accade "prima" dell'Urlo della mosca. Perché hai scelto di strutturare questa sorta di cronologia al contrario?.

Non è stata una vera e propria scelta. Ma una specie di necessità. Siccome sto cavolo di romanzo era sempre prossimo a uscire, quando mi veniva chiesto qualche racconto per qualche antologia, o rivista, mi veniva spontaneo raccontare delle vicende che avevano a che fare con gli stessi personaggi dell'Urlo della mosca. Ovvio che non potevo raccontare il dopo. Così mi divertivo a immaginare dei prequel. E alla fine mi sono ritrovato ad avere una seria di storie che raccontavano… il prima dell'urlo, appunto…

Nell'edizione uscita per Addictions hai avuto un grande prefattore…

Sì, in Prima dell'urlo Carlo Lucarelli mi onorò di una sua bellissima introduzione. Ma ancora prima, ne L'urlo della mosca, Marcello Fois… Due grandi amici, oh yes.

Di Immagini collaterali che ci puoi dire?

Rappresenta esattamente quello che dice il titolo: una storia collaterale alle altre. Si tratta di un qualcosa di collegato piuttosto che un sequel vero e proprio. È un romanzo a cui sono molto affezionato. In sintesi parla di creatività, e potrebbe essere usato come testo per un corso di scrittura. Molto duro, molto disturbante. Con pulsioni introspettive intense e sequenze splatter al limite della tollerabilità. Mi sono divertito a ricreare certi meccanismi di tensione e di suspance, arrivando a citare, molto alla larga, ma con grande devozione, certi mitici film di Dario Argento. Il risultato credo che sia interessante. Tanto che forse Dario dovrebbe prendere in considerazione l'idea di farci un film.

Poi c'è quel racconto inedito che dovrebbe chiudere il discorso definitivamente…

Sì. Con Ombra del vuoto cedo il testimone, per così dire, alla saga di Genia. La coprotagonista del racconto, infatti, è l'ispettrice Angela Manni, che chi ha letto appunto Genia, conoscerà molto bene, qui alla sua prima indagine importante. Una storia quindi che rappresenta il passaggio dal vecchio al nuovo, che mi sono divertito un sacco a scrivere. Ma del resto: io mi diverto sempre un sacco a scrivere. E mi piace creare universi paralleli che s'intersecano fra loro e che tornano e ritornano. Storie che confluiscono dentro ad altre storie, matriosche narrative, scotole cinesi e chi più ne ha più ne metta… Si potrebbe dire che ho il serial nel sangue. Un DNA artistico rappresentato da un unicum assoluto che a poco a poco deve (e cerca di) venire fuori. Tutti i miei romanzi, tutti i miei racconti, sono i frammenti di un mostruoso puzzle.

Ci puoi anticipare qualcosa del prossimo frammento?

Preferisco mantenere tutto nel più assoluto mistero. Sarà un romanzo fuori saga (i fan di Genia dovranno attendere un poco per leggere la terza puntata). Uscirà in settembre. E riguarderà le stragi del sabato sera, in un contesto molto nerozziano. Poi ci sarà anche il quarto di Hydra crisis, Ultimo sangue.

E come sarà il quadro finale del tuo mostruoso puzzle?

Spero di non scoprirlo mai, amigo.