– C’è una linea di confine, oltrepassata la quale hai due possibilità.

Cannavaro parlava tenendo gli occhi fissi sulla strada, il nastro di asfalto risucchiato voracemente dal muso della Tucker. L’auto era un modello vecchio forse di dieci anni, un aggregato di linee estetiche e soluzioni stilistiche passate di moda un numero imprecisato di volte, sopravanzate dalle ondate ricorrenti della produzione di serie, puntuali come corvi a un banchetto di morte. L’elettromeccanica, invece, avrebbe potuto reggere ancora il confronto con i campioni dell’industria, a patto di prestarsi a una radicale opera di revisione. Avanzando lungo la tangenziale, un rombo sordo si sprigionava dal motore, ma Cannavaro non sembrava farci caso.

– Puoi persistere negli schemi acquisiti, sforzandoti di dare alla realtà una forma che ti risulti in qualche modo familiare, e per questo interpretabile. – La voce del veterano era cupa, penetrante. Sapeva come catturare l’attenzione delle reclute, Cannavaro. – Oppure puoi adattarti al nuovo orizzonte che ti si è dischiuso davanti. Fare tua la nuova forma delle cose…

Vincenzo Briganti si voltò a scrutare il collega, serrando gli occhi nel bombardamento luminoso del traffico della sera. Cannavaro era della vecchia guardia, uno dei primi agenti reclutati dal Commissario per la Sezione Pi-Quadro, e sul suo conto circolavano parecchie voci che lui, complice un’ostinata elusività, pareva divertirsi segretamente ad alimentare.

– Cosa si prova? – volle sapere Briganti. – Come faccio a capire quando viene il momento giusto per…

La frase gli uscì monca, come gli accadeva quasi sempre quando si trovava ad affrontare un argomento di cui sapeva troppo, oppure troppo poco. Cannavaro sembrò non volergli dare soddisfazione.

– Insomma, ricordo i corsi del Commissario – riprese Briganti. – Ricordo il codice. Ho studiato a memoria le parole di Costa e Hoffmann, ma…

– Ecco – disse finalmente Cannavaro. – Comincia da questo. Dimentica tutto. Ti troverai alle prese con qualcosa che non può essere ridotto alle istruzioni di un manuale. Con tutta la buona volontà. Per comprendere un nuovo paradigma, devi averci a che fare.

Briganti tornò a contemplare le luci della città che scorrevano oltre il bordo della tangenziale. La danza olografica della notte già levava il suo inno alle divinità del commercio e dello spreco. In lontananza, le luci svanivano nell’oscurità. Inghiottite dal vuoto senza redenzione del Kipple.

– Ti ci abituerai. Ci siamo passati tutti. – Sebbene volesse essere di conforto, la voce del necromante echeggiò remota. – Devi solo abituarti alla transizione. Ecco tutto.

* * *

Il Palazzo di Giustizia incombeva fiero e monolitico nella notte del Distretto Corporativo. Attorniato dagli spettri di edifici più imponenti temuti, aveva un che di sepolcrale.

Il cigolio delle giunzioni mal lubrificate di Cannavaro li accompagnò oltre la soglia del reparto della Polizia Scientifica, e sicuramente contribuì a rendere più penoso il calvario. Il passo zoppicante del veterano dettava la loro andatura.

Nell’atrio una bacheca elettronica forniva indicazioni alla “clientela”. Un olodisplay trasmetteva immagini a ciclo continuo, saltellando da un network all’altro dell’immensa rete integrata in base alle direttive di un algoritmo semisenziente. Il sonoro era basso, sfumato, ma bastava puntare l’attenzione sulle immagini trasmesse per recepire l’intero spettro dell’informazione. Miracoli della tecnologia convogliati nel nervo ottico, il non plus ultra del progresso applicato allo spettacolo. Ma Briganti non avrebbe dovuto stupirsi più di tanto, considerando l’attrezzatura con cui era equipaggiato.

D’un tratto avvertì un ronzio sulla punta delle dita, risalire la direttrice neurale e spandersi nella mano. Si grattò il palmo della mano.

Cannavaro gli lanciò uno sguardo obliquo. – Prurito, eh?

Briganti annuì con una smorfia.

– Te lo toglierai presto. Non è niente di strano – gli spiegò l’istruttore. – Un riflesso incondizionato. Non devi stupirti. Sono i nanosomi che reagiscono all’adrenalina. Ne stai producendo in grandi quantità, è del tutto naturale.

Ancora una volta, Briganti non rispose.

Naturale? Come no! Si sentiva come se una belva invisibile si stesse agitando dentro di lui, scuotendosi e dimenandosi in preda a una fame disumana dopo un letargo durato eoni. Sarebbero bastati i ricordi della vittima a placare quella brama, a metà tra un desiderio non confessato e il più viscerale degli istinti?