Un medico della Scientifica gli si fece incontro. Briganti aveva già avuto modo di interfacciarsi con lui durante l’addestramento. Si chiamava Lanzi e, in due anni, doveva averci scambiato una dozzina di frasi in tutto. D’abitudine, aveva lasciato parlare il collega anziano a cui di volta in volta era stato affiancato.

Ma stavolta sarebbe stato diverso.

Questo era il suo turno.

Il momento era arrivato.

– Cannavaro, Briganti – li salutò Lanzi. Sembrava assonnato, ma aveva l’aspetto di chi riesce a controllare la stanchezza con lucidità. Con il lavoro che s’era andato a scegliere, non avrebbe potuto essere diversamente.

– Buonasera, Doc – rispose Cannavaro, avviandosi con lui verso la sala numero 4. – Che cos’hai per noi?

– Una ragazza. Senza documenti. L’hanno ripescata ieri sera dal Golfo. Il suo corpo è finito impigliato nelle reti di un peschereccio. A giudicare dallo stato di conservazione dei tessuti, non doveva essere in acqua da molto tempo. Otto, dieci ore al massimo. Ci deve essere finita che era già un corpo spento. – Lanzi saltò con lo sguardo dall’uno all’altro. – Tocca a voi, adesso – concluse infine, togliendo il disturbo.

Cannavaro si voltò verso il collega più giovane. – Il tuo Punto Zero, Briganti – disse, rettificando l’invito di Lanzi. – Tocca a te. Non preoccuparti, hai già superato il Protocollo Nowotny. Il peggio è passato.

– Sono tranquillo.

– Bene. Adesso vai lì dentro e riporta indietro i ricordi di quella ragazza. Ricordati che sei qui per questo e che il tuo lavoro servirà a rendere alla sua memoria la giustizia che merita. È questo che facciamo, noi necromanti…

Cannavaro aveva ragione. Era il loro lavoro. H24, a colloquio con la morte. Uno strano baluginio si affacciò negli occhi di piombo del veterano. Lui era un necromante della prima ora, sulla breccia da quattro anni. Aveva eseguito decine di scansioni e vissuto altrettanti transfert. Sapeva quello che diceva.

– Ex tenebris, veritas. – Il motto della Pi-Quadro. – È tutto qui, il segreto…

* * *

Nemmeno le acque infide e dure del Tirreno erano riuscite a strappare alla ragazza la sua giovinezza. L’assenza del gonfiore dovuto al soffocamento confermava l’ipotesi di Lanzi che non fosse annegata.

Briganti le spalmò il gel conduttivo sulle tempie, ignorando il contatto gelido della pelle sulle dita. Poi si ripulì con un fazzoletto. Estrasse dalla tasca del cappotto un astuccio argentato, dono del Commissario per il superamento dell’esame. Sull’involucro, il logo della Pi-Quadro: un rapace dal piumaggio affilato artigliava uno scudo con l’incisione del pi greco alla seconda potenza.

Lo aprì con uno scatto metallico e per un brevissimo istante un riflesso sinistro ammiccò su un ago acuminato. L’ago della Redenzione, che lo aveva riportato indietro dalla prova finale, il viaggio al termine della notte in cui era stato scaraventato dal Commissario, con la complicità dell’ago del Giudizio. Gli sovvenne il Protocollo, ma si sforzò di scacciare il pensiero concentrandosi solo sull’inalatore.

Caricò la fiala con la soluzione di adrenalina che avrebbe facilitato l’interfacciamento e la successiva scansione. Si portò la canna alla narice destra e schiacciò il grilletto. Incassò la sventola della colonna nebulizzata di adrenalina al 13% e si lasciò avvolgere nel tepore della chimica. In lacrime per l’impatto, si preparò a evocare i bagliori residui della verità sepolti sotto strati di tenebre.

Si sfregò gli occhi.

I nanosomi gli ronzavano nelle dita e lungo il braccio, ma la mano aveva smesso di prudergli. Allungò la destra verso le tempie della ragazza inerte e si preparò al grande salto.

Tre: un passo avanti sull’orlo del baratro, forme contorte che si agitano sul fondo dell’abisso psichico, appena intraviste attraverso anni-luce di distanze siderali.

Due: un ultimo respiro prima di spiccare il balzo, prima di concedersi al nuovo ordine cognitivo di una dimensione finora preclusa alla natura umana, mentre i nanosomi si concentrano all’interfaccia di platino e cantano in preda a un’estasi frenetica, smaniosi di assimilare il fantasma elettrico di un sogno nudo.

Uno: solo una piccola flessione dei muscoli, prima di abbandonarsi al richiamo del tempo, a ritroso, contro il naturale flusso degli eventi, alla riscoperta delle ceneri della memoria.

Verso il Punto Zero.

Precipitare nell’oscurità, pronti a superare l’ultima linea di confine, verso orizzonti segreti e innaturali. Oltre ogni limite.

Lontano da Dio e dagli uomini.

Nel vuoto incolmabile di un’assenza, per riportare indietro scampoli della verità. Troppo poco per restituire alla vita una ragazza. Ma forse abbastanza da concederle un ultimo sogno di redenzione.