Il 15 settembre 2007 Don Puglisi avrebbe compiuto 70 anni. Nello stesso giorno ricorre l'anniversario del suo assassinio per mano della mafia. Il sacerdote venne infatti assassinato il 15 settembre del 1993, nel quartiere palermitano Brancaccio.

Un libro indagine ne ricorda la figura esemplare e coraggiosa e al contempo racconta la storia del "tenebroso sodalizio" dei mafiosi con preti e religiosi.

Le sagrestie di Cosa Nostra di Vincenzo Ceruso (Newton Compton Editori, in libreria il 13 settembre) affronta un tema scottante mai reso pubblico, un libro ricco di documenti, testimonianze e interviste che fanno luce sui legami solidi e segreti tra mafia e organizzazioni religiose.

Cosa Nostra è una confraternita criminale con le sue tradizioni e i suoi segreti. Per il mafioso, battesimi, cresime, matrimoni e ogni altro genere di sacramenti non fanno parte di un cammino di fede, ma entrano in un sistema di alleanze e di giochi di potere interni alla consorteria. Le vie delle sagrestie, allora, si intrecciano con quelle dell'eroina e la religione diventa uno strumento funzionale alla morte e al predominio criminale.

Il giudice Giovanni Falcone diceva che «entrare a far parte della mafia equivale a convertirsi ad una religione» e per questo introdursi nelle Sacrestie di Cosa Nostra equivale a conoscere i dogmi e i riti di questa setta violenta e spietata. Per conoscere la mafia dall'interno. E per affrettarne la sconfitta.

Vincenzo Ceruso è nato a Palermo, dove vive e lavora. Laureato in filosofia, già ricercatore presso il Centro Studi Pedro Arrupe, è militante nel mondo del volontariato cittadino. Da diciassette anni lavora con minori a rischio di devianza in alcuni dei quartieri più difficili di Palermo. Analista della criminalità mafiosa, si è occupato negli ultimi anni di tematiche riguardanti le connessioni tra mafia e religione. Collabora con le riviste Segno, Narcomafie, Aggiornamenti sociali e Popoli.