ESTERNO VILLA SYLVIA E GIARDINO. Esterno notte

Nella strada dove si trova la villa di Sylvia  vediamo apparire Philippe. È appostato in modo da vedere bene la villa di Sylvia senza pericolo di essere visto a sua volta. Attende un attimo, poi vede il cancello aprirsi ed apparire Sylvia. La donna esce, richiude dietro di sé il cancello, si avvicina alla sua auto ferma poco lontano. Philippe la vede salire sull’auto e partire. Quando l’auto è scomparsa in fondo alla strada. Philippe si avvicina alla villa: tutte le luci sono spente, sembra una casa abbandonata. Faticosamente scavalca il muro di cinta, saltando nel parco: avendo fatto rumore, si ferma per vedere se qualcuno ha sentito, non succede nulla, allora lentamente si avvicina alla casa. Prova a forzare una finestra ma non ci riesce, si accorge allora di una grata che ricopre l’entrata di un deposito per il carbone. La tira a sé con forza ed alla fine riesce a spostarla: s’infila dentro, scomparendo nella casa.

                                      VILLA SYLVIA – Interno giorno

La luce della luna illumina debolmente le pareti ricoperte da carta da parati sdrucita. Philippe si muove attraverso ambienti irriconoscibili, immersi nella penombra. Evidentemente quasi tutta la villa è abbandonata ad eccezione di una piccola sezione centrale, abitata da sylvia e dalla madre.

Finalmente, aprendo un’ultima porta, Philippe si ritrova nella parte abitata, è un lungo corridoio illuminato debolmente, sul quale si aprono varie porte, fra le quali anche quella del soggiorno che lui già conosce. Philippe fa qualche passo esitante nel corridoio. Si ferma- sembra ascoltare qualcosa. Voci e rumori che vengono dal piano di sopra. Lentamente sale le scale, attento a non fare rumore, avanzando nel buio. Le scale terminano su un corridoio lungo come quello al piano di sotto ma ancora più vecchio ed abbandonato.

Un rapido carrello in avanti isola una delle porte chiuse.

Da dietro proviene un debole rumore.

Rapidamente Philippe si nasconde nell’ombra, dietro una pesante e polverosa tenda di velluto. Resta con il fiato sospeso e attende. Non passa molto tempo e la porta si apre: n’esce, di spalle, la madre di Sylvia.  La donna continua a guardare verso l’interno della stanza ed ha il volto rigato dalle lacrime. Sembra agitata. Parla in tedesco, sussurrando, e fa grandi gesti con le mani, quasi per rafforzare la debolezza delle parole.

                                      MADRE SYLVIA ( in tedesco)

Non agitarti, faremo come vuoi tu …abbiamo sempre ubbidito in tutto, sarà così anche questa volta.

Il viso di Philippe in PP guarda attento, teso: con chi sta parlando la madre di Sylvia?

Si sentono passi provenire dalla stanza e finalmente sulla porta appare un uomo: ha circa 65 anni, è alto, i capelli bianchi corti, il viso reso più duro dalle rughe, da una cupa disperazione. La figura dell’uomo è alta eretta. È facile capire che si tratta do un militare: noi lo riconosciamo, avendo visto la sua fotografia. È Heinrich Werner, l’uomo che dovrebbe essere morto su un aereo esploso in aria. Esce dalla stanza, parlando alla moglie con tono perentorio, con il timbro di chi è abituato da anni a comandare.

                                               WERNER ( in tedesco)

Anche se da anni sono costretto a vivere qui dentro non dovete pensare che io sia un uomo finito…sono ancora potente, una mia parola e molte cose cambierebbero…

La madre di Sylvia sembra abituare a tali scatti di collera.

                                               MADRE SYLVIA (in tedesco)

Ti sono sempre stata vicina, in ogni occasione… ho sempre creduto in te. Come puoi pensare che proprio io possa tradire la tua fiducia?

L’uomo sembra più calmo, la sua rabbia sembra esaurita, la segue lungo il corridoio, diretti verso la stanza che si trova in fondo. I due entrano nella stanza.

                                               WERNER (in tedesco)

So di non averti fatto vivere una vita comoda. Ma anche per me non è stato facile.

                                               MADRE SYLVIA (in tedesco)

È meglio andare a riposare ora, sarai stanco…

Philippe esce con cautela dal suo nascondiglio, va avanti alla porta da cui sono usciti poco prima l’uomo e la madre di Sylvia. Apre e poi richiude alle sue spalle. Nel buio più fitto la mano di Philippe cerca a tentoni l’interruttore della luce, Philippe accende un fiammifero e finalmente trova l’interruttore. Lo accende. Una luce smorta, schermata da una lampada massiccia, illumina debolmente la stanza. Philippe la osserva con attenzione. Un ritratto ad olio del Furher domina la stanza, circondato da una serie di svastiche e di simboli del nazismo.

Philippe aggira il grande letto disfatto ed apre l’armadio. Pochi vestiti, qualche vestaglia ed una divisa militare ormai vecchia. Philippe si accorge che le finestre, evidentemente destinate a restare sempre chiuse, sono schermate da alcune zanzariere. Poi si avvicina ad una parete tappezzata da fotografie. Alcune sono ingrandimenti, altre sono piccole e logorate dal tempo: Werner studente, Werner e sua moglie il giorno delle nozze, werner con Sylvia bambina, poi le foto mostrano Sylvia sempre più grande vicino al padre. A fianco di queste foto famigliari, le fotografie che illustrano l’attività di werner sia militare sia politica. Da quelle del periodo nazista e non sono molte. Werner ufficiale, sempre con gradi superiori, alle sfilate militari, alle adunate oceaniche, al fronte in africa, in Normandia…

Dall’altro lato quelle attuali. Werner è anziano ed è sempre vestito da civile ma l’ambiente e l’atmosfera non sono mutate. Le foto sono di raduni di manifestazioni, d’esercitazioni paramilitari: in tutte domina la figura di werner. In una di queste foto, vediamo vicino a Werner l’uomo che abbiamo visto incontrare Sylvia nel bar (Gustav Schiller): sono su un palco durante un comizio e si stanno abbracciando. Philippe guarda tutto questo con disgusto, con paura: sente il bisogno di uscire dalla stanza, angosciato dal terrore di un passato che ancora rivive. Si gira l’ultima volta: la foto di Hitler domina la scena. A fianco, un’enorme foto di Werner.

 

                                      ESTERNO VILLA PHILIPPE Esterno notte

Philippe arriva davanti a casa sua vede la figura di Sylvia accanto alla porta della sua casa, in attesa. Quello che ha visto nella casa della donna, il riflesso della luce della luna, fanno apparire Sylvia, agli occhi di Philippe, come un'apparizione quasi irreale, dolorosamente lontana ed assente. Si avvicina a lei quasi con paura, si sente il leit-motiv di Sylvia, quello del disco. La donna lo guarda senza parlare: anche Philippe non sente il bisogno di giustificare il suo ritardo. Senza parlare né sfiorarsi, entrano insieme nella casa.

                                 REDAZIONE GIORNALE Interno notte

Catherine sta bevendo del caffé da un bicchier di carta. Sentiamo la voce di duclos, poi panoramichiamo ad inquadrarlo:

                                               DUCLOS

Ci siamo affidati a lei e le abbiamo raccontato tutto quello che sappiamo, senza mettere prima delle condizioni … però ora chiediamo che siano rispettate due cose…

Vediamo l’uomo con il quale il giornalista sta parlando: il commissario Vian.

La signorina Catherine Renard non deve essere mai citata… e io devo avere l’esclusiva degli articoli.

                                               VIAN

Potrei anche non rispettarle adesso,

                                               DUCLOS

Sono sicuro che lo farà …

                                               VIAN

Però mettiamo in chiaro subito una cosa…

Parla guardando Catherine.

Voi non avete detto tutto quello che sapere.

Catherine abbassa lo sguardo, lui continua:

il generale Werner secondo voi, è vivo e si nasconde qui a Ginevra…se è vero, su di lui pende ancora l’imputazione di strage…

                                               DUCLOS

Con certezza noi non sappiamo se è vivo, ma dato che il pilota dell’aereo lo è sicuramente è logico pensare  che l’incidente sia stato una messa in scena.

                                               VIAN

L’aereo parte ma Werner non è a bordo... c’è solo il pilota che mette una bomba ad orologeria poi si getta con il paracadute...l’aereo esplode, disintegrandosi…

                                               DUCLOS

Mi pare la versione più verosimile.

Vian si rivolge a Catherine.

                                               VIAN

Un uomo dai capelli grigi è stato visto ieri mattina entrare in una casa qui a Ginevra… Una casa dove poi abbiamo trovato morto un certo Buache…lei lo conosceva, signorina?

Catherine è sorpresa ma riesce a riprendersi.

                                              CATHERINE

No, ho letto sui giornali della sua morte…

                                               VIAN

’è un fioraio di fronte a quella casa, ha detto che per molte ore un uomo ed una donna hanno sostato a lungo, in attesa  di qualcosa o di qualcuno… poi a certo momento sono entrati di corsa nel portone di buache…

                                               DUCLOS

Perché adesso tira fuori questa storia?

                                               VIAN

L’uomo dai capelli grigi potrebbe essere il pilota Wolf... il fioraio mi ha descritto bene sia l’uomo che la donna…

Guarda Catherine

E la descrizione calza a meraviglia per la Signorina Rena e per il signor Dussart O sbaglio?

                                               CATHERINE

Il signor Dussart non c’entra assolutamente in questa storia…io credevo di esserle stato di aiuto, commissario, non capisco perché ora devo sottostare a questo interrogatorio, come se fossi sospettata di …

interrompendola                       VIAN

io non la sospetto di nulla, la rimprovero solo di non avermi detto nulla.

Una breve pausa

Lei sa dove si nasconde il generale Werner, sotto quale nome si nasconde, dove abita…

Catherine rimane in silenzio: sia duclos sia Vian aspettano che parli.

                                               CATHERINE

So soltanto quello che ho detto: ho visto il pilota ieri a Ginevra, per strada… ho riconosciuto la sua foto, di werner non so nulla…forse è a Ginevra anche lui, ma io ignoro dove abiti.

                                               VIAN

È per il signor Dussart che non parla? Teme forse di compromettermelo?

Catherine lo guarda senza rispondere.                              

Stacco su

                                      VILLA PHILIPPE – Interno notte

Il soggiorno è quasi buio: una leggera luce proviene da fuori e illumina in contrasto i visi vicini di Sylvia e di Philippe, seduti sul divano in soggiorno. Il dialogo si svolge in prevalenza con un alternarsi di primi piani, cercando di creare un’atmosfera sospesa, ricca di un forte tensione emotiva: la confessione della donna diviene anche un atto d’amore, sospesa quasi al di là della realtà.

                                               SYLVIA

Credevo che fosse soltanto lui a ricattarmi… Mi ha scritto, telefonato dandomi appuntamento qui. Naturalmente pensavo che fosse la sua casa. Ho tentato di resistere ma sapeva troppe cose, non potevo fare a meno di pagare…avevo bisogno di tempo per trovare il denaro, perciò gli ho dato i miei gioielli.                      

                                               PHILIPPE

A Buache Cravenne ha venduto solo la collana con il cammeo…

                                               SYLVIA        

Ho saputo solo dopo la verità: Cravenne recitava solo un ruolo, il vero ricattatore era un altro ed ha consegnato i gioielli, tenendosi la collana, come primo pagamento della sua prestazione.

                                               PHILIPPE

Chi è allora che ti ricatta?  L’uomo che ti ha avvicinato la prima volta all’aeroporto?

                                               SYLVIA

Sì, è lui ma all’inizio non lo sapevo…il mio unico nemico era quello che si faceva chiamare Degange, che abitava in questa casa…

Piano, con pudore                    PHILIPPE

Perché lo hai ucciso?

                                               SYLVIA        

Continuava a farmi venire qui, senza un motivo reale, come un’ossessione..

                                               PHILIPPE

Un motivo doveva esserci…

                                               SYLVIA

Non voleva solo il denaro…

Un attimo di silenzio pesante, carico di significati.

Quasi non mi sono accorta di colpirlo… solo quando l’ho visto a terra con gli occhi sbarrati che per la prima volta chiedevano pietà… solo allora ho capito di averlo ucciso …

                                               PHILIPPE

                                      Hai tentato di salvarlo telefonando all’ospedale…

                                               SYLVIA

Forse non l’ho ucciso solo perché mi voleva avere… Uccidendolo mi liberavo del ricatto, ritornavo a Vivere tranquilla… dopo ho pensato tante volte a quello cChe era accaduto: forse ciò che mi ha spinto ad uccidere è stato proprio questo, liberarmi dall’incubo che lui rappresentava per me. Philippe la prende fra le sue braccia: Sylvia sembra una bambina spaventata.

                                               PHILIPPE

Perché ti ricattano? Stanno ancora continuando a farlo...

Sylvia lo guarda: non vuole parlare, scivola fra le sue braccia,

non avere paura, ora sei qui con me e troverò il modo di proteggerti.

Sylvia si stringe a lui, Philippe la bacia con dolcezza.

                                     

                                      BLUE NOTE Interno notte

Con attacco diretto, in contrasto con l’atmosfera fatta soprattutto di silenzi della scena precedente, la musica violenta del Blue note e l’atmosfera chiassosa della discoteca. Nel gabbiotto appeso in alto vediamo Gal che si agita ballando davanti alla sua apparecchiatura.

L’inquadratura di Gal, dal basso in alto, sono in soggettiva di un uomo seduto su un divano, in un angolo buio ed appartato del locale. Non vediamo subito chi è: lo vediamo improvvisamente quando la luce bianca di un proiettore, che ruota dall’alto intorno la sala, lo illumina: è l’uomo dai capelli grigi, Wolf.

L’uomo fissa Gal minacciosamente: forse vuole riprovare con lei il tentativo fallito con soledad. Wolf si alza, si avvicina alla scala che porta  al gabbiotto. Questa parte della sala è quella più in buia, Wolf sembra solo un’ombra pesante nel buio. Di colpo vediamo in C.L. un’altra ombra vicina a lui. Wolf si gira, sentendo che l'uomo gli sta andando addosso: si ferma vedendo che è Gustav, l’uomo che abbiamo visto con Sylvia, quello che ha detto d’essere amico di wolf.

                                               GUSTAV

Ciao Kurt, ti credevo in Sud America

Wolf è spaventato, si guarda intorno per studiare la possibilità di fuga, intravede dietro gustav le ombre massicce di due uomini.

                                               WOLF

Niente m’impediva di tornare …

Gustav gli sorride, è sempre calmo e sorridente.

                                               GUSTAV

Vieni, beviamo qualcosa, abbiamo molte cose da dirci, sono anni che non ci vediamo..

Prendendolo amichevolmente per il braccio, lo guida verso un tavolo vicino al bar. Wolf guarda i due uomini che non si muovono, sembrano essere pronti ad intervenire.

                                               WOLF

Sono stato costretto a tornare, gustav… il denaro era finito.

                                               GUSTAV

Ti avevamo pagato piuttosto bene, ma tu avrai pensato come il solito di fare qualche buon colpo, ed hai perso tutto. Non sei nato per i grandi affari, Kurt.

                                               WOLF

Perché sei venuto a Ginevra?

                                               GUSTAV

Cerchiamo di non perdere tempo, eh? Lo sai benissimo perché ti sto cercando

spaventato                               WOLF

Contro di voi non ho tentato nulla, Werner ha tanto denaro… se non lo avessi salvato io, sarebbe a languire in un carcere ora… ho pensato che era ingiusto che lui vivesse qui tranquillo mentre io stavo morendo di fame. Non volevo altro: appena mi avesse pagato sarei tornato di nuovo in America meridionale…

                                               GUSTAV

Non c’è solo Werner dentro questa storia, tu lo sai bene. E se non ti avesse pagato, cosa avresti fatto?

Wolf ha paura, non sa che cosa dire.

                                               WOLF

Niente …quello che ho detto a Sylvia Werner era solo per spaventarla…

                                               GUSTAV

Ma ora stai parlando con me ed io sono tuo amico. Di me puoi fidarti…io l’ho fatto cinque anni fa…

                                               WOLF

Voglio soltanto dei soldi e sparisco un’altra volta… Io non ho mai pensato di tradirvi, la mia fede politica non è cambiata e non è in vendita.

                                               GUSTAV

È proprio questo che volevo sentirti dire… se eri in difficoltà potevi rivolgerti subito a noi, non dimentichiamo quelli che ci fanno dei favori… ti daremo quello che hai chiesto …non tutto ovviamente, mi sembra un po’ troppo e non pagheremo di tasca nostra, ce lo faremo dare da Werner, di denaro ne ha tanto…

Wolf sorride tranquillamente.

                                               WOLF

Sono pronto a morire una seconda volta.

Anche gustav sorride.

                                               GUSTAV

Visto che si trova sempre una soluzione?

 

                                      VILLA PHILIPPE Interno notte

PP di Sylvia e di Philippe. Sono a letto, subito dopo aver fatto l’amore.

                                               PHILIPPE

Vorrei restare sempre così, il mondo è fuori, gli altri non sono che ombre…

                                               SYLVIA

Lo ero anch’io per te, soltanto pochi giorni fa… avevo dimenticato che cosa volesse dire vivere, per ormai esistevano solo parole come odio e paura…

                                               PHILIPPE

Ora puoi far finire tutto questo, possiamo vivere insieme, qui o dovunque tu voglia… Siamo noi a scegliere…

                                               SYLVIA

Da troppo tempo non faccio che fuggire e nascondermi, avendo paura di tutti quelli che incontro, paura che anche loro conoscano il tuo segreto e per questo ti odino…paura che possano rendere vana la tua fatica, la tua corsa nel buio…allora ti rintani sempre più in case che sono sempre uguali, perché sei tu a renderle così…

                                               PHILIPPE

Noi due siamo il presente, il futuro, la vita… tutto il resto è morte, dolore…devi avere il coraggio di spezzare quello che ti lega ad un mondo passato.

                                               SYLVIA

Coraggio!  Quante volte h sentito questa parola e spesso la usano per spingere ad odiare e ad uccidere… isogna avere il coraggio di rifiutare le tante parole belle che ti dicono facendoti credere che sia la verità …se non fai niente ed accetti tutto questo, allora le colpe degli altri diventano anche le tue.

                                               PHILIPPE

Ma si può cambiare, non puoi essere sempre tu a pagare per loro.

                                               SYLVIA

Mi piace stare con te, è come se la grande confusione nella quale vivo si sciogliesse in attimi di sicurezza, di felicità …credo di aver capito molte cose con te.

                                               PHILIPPE

Forse lo abbiamo capito insieme ed ogni giorno che verrà, impareremo sempre di più l’uno dall’altro.

                                               SYLVIA

Sarà bello vederti ogni momento che vorrò, girare per le strade senza paura, parlarti con sincerità, guardarti negli occhi.

                                               PHILIPPE

Non è difficile che tutto questo avvenga, dipende solo da te.

                                               SYLVIA

E dovrebbe essere facile scegliere, vero? Quando ti sono vicino, lo è …

                                               PHILIPPE

Non andare via…

                                               SYLVIA

Ritornerò, Philippe, so troppo bene che cosa significherebbe la vita per me se non tornassi… Ritornerò …

 

                                      CAMPAGNA Esterno giorno

Un cane da caccia corre lungo i verdi prati della campagna intorno Ginevra. Dietro di lui un cacciatore. Il cane corre e si ferma davanti ad un pozzo, abbaiando. Poi torna indietro dal suo padrone, tenta di fargli capire qualcosa, torna sui suoi passi finché il cacciatore non lo segue. Il cane corre al pozzo, poi torna indietro, ritorna al pozzo: il cacciatore si avvicina al pozzo, curioso di vedere che cosa ha suscitato l’allarme del cane. Si affaccia al pozzo: nella poca acqua che si trova nel fondo, quasi del tutto fuori dell’acqua, tranne il viso che continua a rimanere sommerso, c’è il corpo di un uomo. Un uomo dai capelli grigi.

 

                                      VILLA PHILIPPE Interno giorno

In dettaglio il telefono. Philippe guarda l’apparecchio, in attesa della telefonata di Sylvia. Pensa di chiamare lui, poi decide di non farlo: aspetterà ancora. Si muove nel soggiorno, mormorando qualcosa.

                                               PHILIPPE

Non chiamerà più …non la vedrò più …

Lo squillo del telefono, Philippe lo guarda incredulo poi corre a rispondere.

Al telefono                               VOCE CATHERINE

Pronto sono Catherine …pronto Philippe …pronto

Silenzio poi si sente che dall’altra parte il telefono viene riattaccato, Philippe lentamente, quasi con fatica, riabbassa al ricevitore.  Poi con decisione improvvisa afferra la giacca, esce dalla sua casa.

                         REDAZIONE GIORNALE. Interno giorno

Catherine è ancora vicino al telefono. Lei è vestita in modo diverso dalla scena precedente nel giornale, per far comprendere che non ha passato la notte lì al giornale. Cosa che invece ha fatto duclos, vestito come la sera prima,  con la barba lunga: lui ha fatto notte, per scrivere l’articolo, nell’ufficio è tornato anche Vian,

                                               VIAN

Mi dispiace d’averla fatta venire all’obitorio… Ma lei era l’ultima persona ad aver visto wolf…

                                               CATHERINE

Hanno ucciso anche lui

                                               VIAN

 Devono difendere Werner che sa troppe cose… È importante per loro che la sua storia non esca di nuovo sui giornali, wolf era solo una pedina e quelle le buttano sempre via… tanto d’idioti da sfruttare ne trovano sempre tanti.

                                               DUCLOS

Wolf era legato a Werner, la sua morte è la conferma di quanto pensiamo: werner si nasconde a Ginevra,

                                               VIAN

Io voglio anche gli uomini che hanno ucciso Wolf.

                                               DUCLOS

Tenteranno di tornare in germani, è da lì che sono arrivati

                                               VIAN

Faccia uscire subito il suo articolo…voglio che si spaventino,  che sappiano che noi siamo al corrente di tutto, che il loro gioco è stato scoperto.

                                               CATHERINE

Posso andare via, commissario?

                                               VIAN

Certo…

Catherine si allontana, Vian la richiama.

Signorina Renard, grazie…

Catherine lo guarda.

                                              CATHERINE

Forse questa notte aveva ragione, potrei anche non aver detto tutto.

                                               VIAN

Avrà avuto un motivo per agire così… ne troverà un altro per decidersi a venire finalmente da me per raccontarmi tutto.

                                               CATHERINE

Perché crede a questo?

                                               VIAN

In qualcosa bisogna pur credere, non le sembra? E poi se lei avesse avuto paura e avesse deciso di rimanere tranquilla nel suo guscio, io non avrei mai cominciato ad indagare su werner.

                                               CATHERINE

Non lo ha ancora trovato.

                                               VIAN

Ma lo troverò. La morte di wolf, gli articoli di Duclos, spaventeranno werner, si sentirà braccato e prima o poi commetterà l’errore che mi permetterà di prenderlo.

                                                DUCLOS

E poi non è solo lui ad avere importanza in questa storia…l’organizzazione neonazista si sentirà in pericolo ora, capirà che tutta la sua macchinazione per rimanere pulita, per mantenere il suo aspetto rispettabile e democratico corre il rischio di essere finalmente arrivata.

                                               VIAN

È questo quello che mi interessa di più …perché non riguarda soltanto l’azione, il delitto di un solo uomo ma è un crimine che può mettere di nuovo a repentaglio tutta l’umanità. Milioni sono morti per lottare contro le idee che questa gente vuole di nuovo imporre e sarebbe stata una morte inutile se noi ora non tentassimo in ogni modo di fermare di nuovo questa gente, queste idee…come dice duclos, la guerra continua… anche se noi non l’abbiamo fatta… srride nel suo strano modo. Già forse è per questo che ho un forte complesso di colpa…

 

                                      ESTERNO VILLA SYLVIA Esterno giorno

Philippe è davanti la casa di savia che inquadriamo con una lente carrellata: adesso a Philippe sembra ancora più ostile, ancora di più un bunker impenetrabile. Non riuscirà mai a strappare Sylvia da quella casa. Ma deve tentare: si avvicina al cancello che sembra chiuso. Lo spinge ed il cancello si apre: stupito entra, avanza lentamente nel giardino, si avvicina alla porta d’ingresso. Anche questa sembra chiusa, ma solo socchiusa. Allarmato Philippe la spinge ed entra nella casa.

 

                                      VILLA SYLVIA. Interno giorno

Philippe entra nella casa che, alla luce del giorno, sembra più squallida. Si accorge di qualcosa di strano: nel salone ci sono tutti i mobili ma molti oggetti, le fotografie, i soprammobili sono spariti. Philippe corre per le scale, andando al piano di sopra: tutte le stanze sono vuote e presentano i segni di un abbandono precipitoso.

Sente dei passi, esce nel corridoio. L’ombra di una donna si proietta sulle pareti delle scale.

Alla fine l’ombra si concretizza: è Catherine.

                                              CATHERINE

Sapevo che ti avrei trovato qui…

                                               PHILIPPE

Sylvia è fuggita,

                                               CATHERINE

Forse non aveva altra scelta...

                                              PHILIPPE

Doveva avere il coraggio di abbandonare tutto…

                                               CATHERINE

Non credi che stato necessario del coraggio anche per fuggire? Tu sai quale tornerà ad essere la sua vita adesso…

Stacco           

Li vediamo ora nella stanza dove si nascondeva werner. Le cose abbandonate sembrano brandelli di un allucinante passato.

  

                                             PHILIPPE

Tornare a seppellirsi in una nuova casa, simile a questa, a tutte le altre... tornare a morire giorno dopo giorno, senza alcuna speranza.

                                               CATHERINE

Avresti potuto aiutarla…

                                               PHILIPPE

Se gli altri uomini uccidono, la colpa è sempre nostra.

                                               CATHERINE

In un solo modo avresti potuto aiutarla: parlando di lei a Vian.

 

Stacco

Adesso sono nella stanza di Sylvia.  Philippe cerca di ritrovare la sua presenza, attraverso le poche cose rimaste.

                                               PHILIPPE

Da anni la sua vita non è altro che un lento passare di giorni, sempre uguali.

                                               CATHERINE

Per te Sylvia è sempre stata un’ombra, una presenza misteriosa nella tua casa …non hai voluto accettare che fosse un essere reale, con i suoi problemi, le sue angosce, le sue scelte...

                                               PHILIPPE

Perché non possiamo mai fare niente per le persone che amiamo?

                                               CATHERINE

Spesso sono soltanto le loro immagini che amiamo, i fantasmi che noi stessi creiamo per vivere con loro momenti magici, esaltanti, lontani dalla mediocrità delle cose reali.

                                     

Stacco

 

Sono scesi nel salone e senza rendersene conto Philippe comincia a mettere a posto gli oggetti rimasi in disordine.

 

                                              PHILIPPE

Spero che tu possa perdonarmi, Catherine…è sempre senza volerlo che facciamo del male agli altri …

                                               CATHERINE

A volte, la notte mi sembra molto lunga, aspetto con ansia che venga la luce …io so aspettare, Philippe. Non ho mai creduto al fascino del mistero, del buio. Le cose preferisco sempre vederle, anche se sono brutte,

                                               PHILIPPE

In quale città si sarà nascosta? Intorno a lei volti sconosciuti, il silenzio della casa, la paura che ogni passo significhi la fine.

                                               CATHERINE

Per ognuno di noi non è facile conoscere il proprio domani. È come risvegliarsi la mattina e non sapere quale giornata ci attende. Le nostre storie sono ancora aperte, sospese…

Philippe non le risponde: con una lentezza infinita ricostruisce il mondo di Sylvia, come lo ha visto lui quella sera lontana: i soprammobili di cattivo gusto sul piccolo tavolino, le poche foto rimaste nei punti dov’erano, i candelabri posati sul ripiano della mensola.

Catherine lo guarda ancora una volta poi esce,

la m.d.p rimane su Philippe che quasi rivive il suo rapporto d’amore con Sylvia in quell’assurda struggente azione di venerazione mostruosa.

Un lentissimo carrello indietro fino a vedere Philippe in CL nel soggiorno polveroso ed abbandonato.

Poi il carrello continua sempre indietro nel lungo corridoio: le tende sono immobili, non c’è neppure il vento … 

Il carrello continua lentissimo fino ad uscire nel giardino e ad inquadrare la casa …

Impenetrabile e misteriosa come una tomba.

 

FINE DELLA TQUARTA E ULTIMA PUNTATA

30 secondi di SIGLA

Altro pezzetto di SIGLA

Blue Shadow / Tema di Silvia

Berto Pisano e la sua Orchestra

              

                                                FINE