Alpha Dog, di Nick Cassavetes (sì, il figlio di John…), è il film che “quasi” non ti aspetti. Eppure, tranne i primi minuti dove tra i nomi che si sovrappongono e le facce che si moltiplicano si è sfiorati dal dubbio che non ci si capirà un "H", a un tratto la storia si mette sui binari giusti e inizia a marciare senza sosta. La storia, agghiacciante (come tante altre storie quotidiane, purtroppo…), è quella di Jesse James (!!) Hollywood (che nel film diventa Jesse Truelove interpretato da Emile Hirsch), un piccolo ma ricco spacciatore di Los Angeles appena ventenne che nel 2000 orchestra il rapimento del fratello quindicenne di un altro spacciatore che gli deve una piccola somma di denaro, quindicenne che dopo qualche giorno passato in compagnia di Frankie Ballenbacher (Justine Timberlake), un complice di Jesse, viene ucciso. È sufficiente anche una sola visione per capire che il merito maggiore di Alpha Dog (vincitore del Noir in Festival di Courmayeur) è la sua assoluta mancanza di qualsiasi sbavatura, segno di un raggiunto equilibro frutto dell'iminazione anche della più piccola incertezza da un soggetto per niente facile: anzitutto Cassavetes non calca troppo la mano sul lato criminale dei rapitori così come procede con i piedi di piombo per non restituirne un ritratto accattivante o idealizzato. Discorso in parte simile per il rapito, forse la figura più complessa della storia. Vittima, certo, privato della liberta, altrettanto certo, ma al tempo stesso anche colui che decide, nonostante le numerose occasioni che gli si presentano per fuggire, di restare con i suoi rapitori, frequentando le stesse persone che i sui rapitori frequentano, bevendo quello che loro bevono, fumando quello che loro fumano, finendo perfino col diventare amico di uno dei suoi stessi rapitori, in quella che a posteriori si rivelerà essere una tragica, quanto inconsapevole, scelta, seppure giustificata come momento di vera e propria evasione dall'attenzione di una madre iperprotettiva (Sharon Stone). Dall'incrocio tra un mondo pronto a sopraffarne un altro, e un altro apparentemente disposto a lasciare che ciò avvenga, esce un terzo mondo, quello di un gruppo di giovani sbandati alle prese con un meccanismo che una volta messo in moto si rivela ben presto essere enormemente superiore alle capacità mentali di ogni singolo membro. Da un mondo siffatto, dove è l'animale Alpha a dettare le regole alle quali tutti gli altri, più o meno supinamente, si adeguano, non potrà che fuoriuscire un delirio freddo e disumano che spazzerà via l'anello più debole della catena, il che non impedirà a Cassavetes di costruire proprio nella scena più crudele, quella dell’esecuzione del rapito, l'immagine più bella della pellicola, dove alle spalle dell'assassino, ripreso in controplongé, vediamo incombere il cielo stellato, quasi una sorta di contrappeso celeste alla ferocia delle vicende umane. Se durante il film tempo per pensare non c'è n'è, una volta finita la storia si può (pensare, ed è un bene che lo si faccia…), e allora: se Alpha Dog rimane Alpha Dog e Fargo dei Coen Fargo, entrambi sembrano attingere al medesimo serbatoio, quello della stupidità umana, quello del pressappochismo, quello dello sforzo zero, quello del pensiero pattume, quello del cervello sotto la suola delle scarpe, quello della crudeltà tanto per vedere l'effetto che fa. Forse Alpha Dog riesce rispetto a Fargo (che a scanso di equivoci rimane un capolavoro…) a essere un'immagine più reale della realtà di oggi. In altri termini sembra riuscire a fotografare meglio quel mostro stupido, ma al tempo stesso anche enormemente pericoloso, costituito in primis da rampolli ricchi e annoiati, ma anche dai loro pavidi genitori, che se non pavidi insulsi, e se non pavidi e insulsi, in piena collusione con i figli, genitori che prima fanno la faccia cattiva di fronte alle bizze dei pargoli salvo poi gettare loro la ciambella di salvataggio quando le cose si mettono male (come dimostra ampiamente Sonny Truelove/Bruce Willis). Da vedere subito questo Alpha Dog, e dopo, a corollario, Le regole dell'attrazione e Thirteen.