A dare l'allarme era stata una ragazzina di 12 anni. Aveva sentito le grida, ed era corsa subito a chiamare aiuto. Fu così che, in un paese del Valdarno nel 1875, il bambino Amerigo venne salvato e l'assassino preso. In due anni erano già quattro i bambini misteriosamente scomparsi all'Incisa: si diceva fossero caduti in Arno o li avesse presi qualche forestiero. Invece era stato lui, Carlo Grandi, incisano, 24 anni, di mestiere carradore, detto anche Nano, o Pelato, o Ventundita. Preso in flagrante, ritrovati i corpi delle vittime nella sua bottega, aveva confessato. Dunque, l'incubo del paese era finalmente finito, il mistero risolto.

Eppure, la vicenda continuò a suscitare numerosi interrogativi: nuovi per l'epoca ed inquietanti ancora oggi. Davanti a certi crimini, non basta più accertare chi è stato. Si vuole saperne di più. Perché l'ha fatto? Chi è veramente l'assassino che viveva in mezzo a noi? Un mostro criminale o un pazzo pericoloso? Chi è in grado di giudicarlo? La legge o la scienza? Quale sorte deve essergli impartita? Sarebbe stato possibile, in qualche modo, evitare quanto è irrimediabilmente accaduto?

Per queste domande, il caso de L'Ammazzabambini rimanda a molti altri. Tuttavia, è unico e ebbe un'eco enorme. Anche perché Carlo Grandi appariva, nell'aspetto fisico e nel comportamento, un concentrato di quelle stigmate che, secondo le teorie proclamate da Lombroso nel 1876, rivelerebbero la natura dell'individuo deviante. 

Attraverso una ricerca minuziosa su fonti straordinariamente diverse e ricche, Patrizia Guarnieri analizza l'istruttoria dei magistrati, le strategie peritali dei famosi medici interpellati dal tribunale, il dibattimento a Firenze davanti alla corte, alla giuria popolare ed ad un folto pubblico, il ruolo influente della stampa. Con rara sapienza narrativa, ricostruisce la cronaca dei delitti ed il processo, mettendo a confronto linguaggi e voci diverse: gli esperti alienisti e i testimoni del paese, le madri delle vittime ed i magistrati, un giornalista illustre, l'imputato, e persino dei commentatori politici. Nello stesso stile avvincente, mostra inoltre come vengano applicate nel caso concreto le teorie del positivismo, della psichiatria e dell'antropologia criminale, del diritto. E come esse vengano variamente recepite nell'opinione pubblica. 

Patrizia Guarnieri è professore di Storia contemporanea all'Università di Firenze, dove insegna anche Storia della scienza, presso la Facoltà di Psicologia. Si occupa di storia della cultura positivistica, di storia della salute mentale, di maternità e infanzia. Tra le sue molte pubblicazioni, con Laterza è uscita Introduzione a James (1985). Di recente ha curato Bambini e Salute in Europa 1750-2000 (Polistampa 2004).

Patrizia Guarnieri, L'ammazzabambini. Legge e scienza in un processo di fine Ottocento, Roma-Bari, Laterza 2006 (Robinson/Letture)