In questi mesi si sono rincorse numerosissime voci su chi interpreterà il ruolo del personaggio di Ian Fleming a cui Pierce Brosnan ha definitivamente rinunciato. Il mio nome è Bond, James Bond direbbe l'agente 007. Ma il nome del suo prossimo interprete è ancora top secret. Di sicuro si sa che a dirigere la pellicola, basata su una sceneggiatura scritta a quattro mani da Neal Purvis e Robert Wade, sarà Martin Campbell. Il regista già nel '95 aveva brillantemente rilanciato il ruolo dell'agente segreto con Goldeneye che aveva visto l'esordio di Pierce Brosnan nel ruolo del famoso personaggio di Ian Fleming. Ufficiale è anche il titolo del romanzo che ispirerà la prossima ventunesima pellicola. Si farà rivivere Casino Royale, proprio come suggerito da Quentin Tarantino. Il romanzo era già stato portato sullo schermo nel 1967 in un film al di fuori della serie 007, una parodia di John Huston in cui l'agente segreto James Bond, ormai maturo e pensionato, affrontava con altre spie un confuso complotto internazionale.

Ancora riserbo quindi sull'attore che interpreterà il ruolo dell'agente segreto di Sua Maestà britannica. Probabilmente al suo fianco ci sarà la bella tennista russa Anna Kournikova. Il polverone alzato negli ultimi mesi riguardante il successore di Pierce Brosnan ancora non si è diradato e questi sono i nomi degli attori che sono stati fatti in qualità di possibili interpreti dell'agente 007: Clive Owen, Ioan Gruffudd, Jude Law, Gerard Butler, Hugh Jackman, Heath Ledger, Eric Bana.  La cosa certa è che Pierce Brosnan ha rinunciato al ruolo e nel suo sito saluta i fans con una lettera: "Vorrei ringraziare tutti voi che mi avete sostenuto durante lo scorso anno, relativamente alla mia interpretazione di Bond. E' stato un decennio della mia vita che terrò sempre stretta al cuore, un periodo che non verrà mai dimenticato. E voi cari amici mi siete stati accanto per tutto il tempo. Molte, molte grazie! Ma per ogni cosa arriva una fine, e si deve accettare una scelta del genere, che non può venire affrontata se non con il piacere e la consapevolezza di aver dato il meglio di me stesso nel lavoro."