Concepito inizialmente con il titolo Ordini dall’altro mondo, La mala ordina rappresenta il secondo capitolo della Trilogia del Milieu diretta da Fernando Di Leo all’inizio degli anni Settanta.

Il rapporto del film con i racconti di Giorgio Scerbanenco è, in questo caso, più chiaro che in Milano calibro 9.

Anzi, proprio dal racconto Milano calibro 9, che aveva dato il titolo al precedente film, Di Leo trae spunto per la situazione di base del plot, in cui un piccolo “pappone” milanese, Luca Canali, finisce, senza colpa, nella ragnatela di un regolamento di conti tra i pezzi grossi dell’Organizzazione e si vede costretto a lottare contro due killer newyorchesi spediti in Italia per liquidarlo.

Per il ruolo del protagonista si era pensato in un primo momento a Mario Petri (che era stato attivo nel genere peplum e si era quindi dedicato al canto lirico), ma la scelta finale cadde su Mario Adorf, che già in Milano calibro 9 si era distinto nella caratterizzazione di un gangster smargiasso e sanguigno.

Il personaggio di Luca Canali recupera aspetti del precedente Rocco Musco, a livello formale, ma la caratterizzazione del personaggio da parte di Adorf in questo film si fa più complesso ed è perfetta la progressione con cui Di Leo fa evolvere il personaggio da vittima sbigottita degli eventi a spietato giustiziere mosso dal motore della disperazione.

La mala ordina segna, inoltre, l’ingresso nella compagine dileiana di due attori che torneranno spesso nei successivi film del regista: Henry Silva e Woody Stroode, perfetti come coppia di killer agli ordini del potentissimo Mr. Corso.

Da rilevare che l’edizione digitale del film presente in questo dvd ce lo presenta per la prima volta in versione completa, con circa dieci minuti di girato in più rispetto a tutte le versioni finora viste in home-video.

L’egida produttiva del film è sempre quella della Daunia, associata per l’occasione alla tedesca Hermes Synchron (il coproduttore Ingo Hermes appare accreditato in sceneggiatura per ragioni esclusivamente burocratiche pur non avendo in realtà scritto nulla).

Anche il cast tecnico è il medesimo di Milano calibro 9, mentre tra gli attori del film precedente Di Leo riconvoca Mario Adorf, cucendogli addosso il ruolo del protagonista, un piccolo “pappone” milanese che si trova invischiato suo malgrado in un regolamento di conti mafioso a causa di una partita di droga trafugata.

Oltre ai tempi e ai ritmi narrativi perfetti (le scene d’azione sono tra le migliori che Di Leo abbia mai girato: in particolare il lunghissimo e disperato inseguimento di Adorf dell’assassino di sua moglie e di sua figlia) e oltre all’accuratezza nel definire psicologicamente le varie tipologie dell’universo delinquenziale, dai boss ai picciotti, La mala ordina colpisce per la precisione e la straordinaria resa degli interpreti principali: Mario Adorf, innocuo “pappone” capace di trasformarsi in una belva, gli americani Henry Silva e Woody Stroode, inedita e ben assortita coppia di spietati killer e Adolfo Celi, nello stesso tempo spregevole opportunista e uomo d’onore.

Extra

- Documentario Alle origini della Mala

- Filmografie e note

- Galleria fotografica